Nello studiare l’opera di Clowes, una delle parti più interessanti e complicate consiste nel trovare e capire le dinamiche e i riferimenti con altri autori. Se è vero che nel suo lavoro si distinguono quasi sempre certi ammiccamenti stilistici, è anche vero che è molto più difficile scoprire o mettere in relazione le fonti particolari.
Già tempo fa avevo guardato la bella intervista condotta da David Hajdu presso la libreria newyorchese Strand Books, dove Clowes parlava della sua ammirazione per Wally Wood. Ora, grazie al sempre pronto Jeet Heer, colgo un altro tassello importante di questo collegamento Clowes-Wood.
Wood & Clowes
di Jeet Heer
traduzione di Katia Zaccaria
Daniel Clowes non ha mai fatto mistero della sua fissazione per Wally Wood. La vita e carriera di Wood, in tutta la sua lurida gloria e splendido squallore, hanno sempre esercitato un fascino particolare su Clowes quando il giovane fumettista era agli inizi, un fascino che continua tutt’ora. Un esempio su cui vale la pena richiamare attenzione: paragonate la sorprendente foto di Wood che siede alla macchina da scrivere con la quarta di copertina che Clowes ha realizzato per il libro di Ivan Brunetti An Anthology of Graphic Fiction, Cartoons, and True Stories, volume 2. La vignetta grande, con il fumettista seduto sul suo letto, è chiaramente ispirata alla foto di Ortiz (immagine sopra).
L’intera copertina, un eccellente esempio del recente spostamento di Clowes verso la narrazione frammentata, vuole una attenta lettura Parille-iana[*]. Per farla breve, la grande vignetta con il fumettista seduto sul letto è, credo, la scena centrale. Tutti gli elementi grafici principali per la copertina e i vari frammenti minori sono presi da cose che il fumettista vede nella sua camera. L’intera pagina è sulla relazione tra lo spazio fisico limitato in cui un fumettista lavora (la squallida camera) e i prodotti della sua immaginazione. Questa relazione mostra elementi sia discrepanti (le immagini che il fumettista disegna sono più romantiche di quelle reali) sia di collegamento (gli elementi grafici che il fumettista disegna sono presi dalle cose intorno a sé). E’ particolarmente interessante come il fumetto che ritrae Ivan Brunetti sia completamente diverso dal Brunetti realmente esistente: il fumettista tratta con l’editore solo tramite il telefono e ha un’immagine irreale (e iper-esagerata) di come sia l’editore.
La copertina di Dan Clowes.
***
Link originale al post dell’autore.
Di Jeet Heer abbiamo tradotto e pubblicato i seguenti articoli:
Il Budda di Osamu Tezuka
Little Lulu contro Paperino
John Stanley Notebook
Ware e il canone fumettistico
Abbiamo parlato di Dan Clowes nei seguenti post:
Clowes, intervista su “Wilson”
Appunti su Wilson
Wilson secondo Paul Gravett
Ice Haven: il romanzo a strisce
Dan Clowes al tavolo da disegno
Wally Wood e Daniel Clowes
Clowes sul termine “graphic novel”
Modern Cartoonist (il famoso saggio di Clowes tradotto per voi)
[*] Heer si riferisce a Ken Parrile, esperto conoscitore dell’opera di Clowes, capace di analizzarne le dinamiche e i vari aspetti in maniera dettagliata (si veda il suo articolo su Ghost World: “Sei diventata una splendida giovane donna” che abbiamo tradotto sulle nostre pagine)
Pubblicato in Ascoltare
Contrassegnato da tag daniel clowes, jeet heer, wally wood