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Un primo sguardo a Building Stories di Chris Ware

di Andrea Queirolo

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Nipper

di Andrea Queirolo

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Seth e l’ultimo fumetto alternativo

di Andrea Queirolo


Copertina di “Weirdo” #2 del 1981, by Robert Crumb.

Il cosiddetto movimento alternativo fumettistico americano nasce negli anni ottanta sulla scia di quello underground sviluppatosi negli anni sessanta e settanta. Sulle orme di quegli artisti come Robert Crumb e Gilbert Shelton, che avevano rivoluzionato il modo di pensare e fare fumetto, una nuova generazione di autori si impose sulla scena dando vita agli alternative comic-books. Questi perseguivano le tematiche degli underground comix, fatte di droga, sesso e violenza gratuita, ma ampliavano i loro orizzonti verso aperture sperimentali e interazioni con altre culture.
L’esempio più importante è sicuramente Raw, edita da Art Spiegelman e Françoise Mouly, un’antologia che proponeva un approccio “intellettuale” e importava in america autori europei e asiatici. Lo stesso Robert Crumb, capendo che i tempi stavano cambiando, creò Weirdo, un magazine che, differentemente da Raw, manteneva un profilo più basso e proponeva le nuove invenzioni dei vecchi compari di Crumb affiancante a quelle di giovani autori emergenti. Queste riviste sono state il trampolino di lancio del fumetto alternativo che normalmente oggi viene definito come quello che si contrappone al fumetto supereroistico, e spesso identificato come fumetto indipendente o autoriale.
Fra gli autori più conosciuti di questo panorama troviamo: Dan Clowes, Chris Ware, Chester Brown, Peter Bagge, Seth, Joe Matt, Jessica Abel, Ivan Brunetti, Kaz, Charles Burns, Julie Doucet, Anders Nilsen, ecc…
Fra le case editrici che si sono fatte promotrici di questo movimento la Fantagraphics è sicuramente il punto di riferimento e quella che può vantare il maggior numero di serie pubblicate fra le quali voglio ricordare la più longeva ed importante che è sicuramente Love & Rockets dei fratelli Hernandez.


Copertina di “Love & Rockets” #21 (1987), by Gilbert Hernandez.

Ciò che accomuna questo movimento è la pubblicazione delle storie in formato comic-book (a volte autoprodotti), ma oggi, dopo quarant’anni e dopo tutti i cambiamenti che ha attraversato il business, Seth, uno dei maggiori esponenti di questa espressione, ha probabilmente messo la parola fine a questa grande e significativa cavalcata del fumetto americano.
Col ventesimo volume la sua serie Palookavile passa dal formato comic-book al formato volume cartonato, ampliandone la foliazione e i contenuti, ma soprattutto nello scrivere l’introduzione, Seth spiega la sua scelta e chiude un ciclo:

Benvenuti al nuovo Palookaville
di Seth

traduzione di Andrea Queirolo

Copertina di “Palookaville” #20 (2010), by Seth.

Esattamente quasi un anno fa, ho ricevuto una email dal Capo (della D&Q Chirs Oliveros) con la seguente domanda: “Cosa ne pensi dell’idea di prendere “Palookaville” e trasformarlo in formato libro semi-annuale, simile ad Acme e Love & Rockets?”
Non ero sicuro di cosa pensare. Era una domanda spiazzante. Tuttavia non avrebbe dovuto esserlo. Me la sarei dovuta aspettare. Intendo, dovevo immaginare cosa stava succedendo.

Anche se alla D+Q non mi informo mai riguardo le vendite, mi sembrava chiaro che probabilmente il formato comic-book di Palookaville non stava rendendo più alcun profitto. Infatti avevo notato che per gli ultimi numeri avevo ricevuto una risma abbastanza striminzita di “copie per l’autore”. Con Palookaville #18 chiesi addirittura più copie ma mi dissero che non ne avevano altre. Non fui abbastanza pazzo da intendere ciò come segno del successo – che le stavano vendendo così velocemente da averle esaurite. Ipotizzai invece che ora ne stavano stampando meno.

Seth, autoritratto.

Non è che non fossi consapevole del fatto che il formato comic-book stesse arrivando a una fine. Si è verificato un cambiamento (quest’ultima decade) nella vendita dei comic-book e la gente, semplicemente, non stava più comprando i comic-book “alternativi” – piuttosto stavano aspettando la raccolta in volume. I libri erano il “salutare modello del business” corrente. I libri sono quelli che vendono. Nel mio cuore sapevo che il Capo stava stampando il comic-book per farmi un favore. E so che se glielo avessi chiesto avrebbe continuato a farlo. Lui è una persona gentile, leale e questo lo apprezzo.

Ero straziato. Ho un sincero e perenne amore per il vecchio formato ad albo dei fumetti. Ci sono cresciuto, ed è il più semplice, sobrio e modesto formato che tu possa inventare. Ha così tante piacevoli interazioni. Ho sempre creduto che avrei continuato a pubblicare Palookaville come un comic-book per il resto della mia vita. Mi piacerebbe l’idea di avere cinquanta numeri del mio comic-book (anche se da come sto andando a rilento, al cinquantesimo numero sarei un uomo molto anziano).

La domanda del capo mi ha risvegliato e fatto ragionare – tutti i grandi fumetti alternativi erano conclusi (per un’ampia varietà di ragioni). Hate, Yummy Fur, Eightball, Yahoo, Dirty Plotte, Peepshow, Jim/Frank…erano tutti svaniti. Anche Love and Rockets si era trasformato in un grosso magazine brossurato. Solo Optic Nerve sembrava avere la forza di andare avanti. Non avevo realmente realizzato che tipo di razza morente eravamo. Ora stavo gettando la spugna anche io? Abbandonare il formato sembrava il piccolo tradimento di qualche cosa.

Particolare da “Palookaville” #20.

Ad essere onesti comunque, non avevo esattamente usato il formato comic-book per il suo più grande vantaggio. Forse i comic-books funzionano meglio quando sono storie indipendenti – che si esauriscono in un singolo numero. O forse funzionano meglio quando escono più di una volta all’anno! La maggior parte della durata di Palookaville, l’avevo usata per serializzare i miei “graphic novels”. E’ difficile creare una storia lunga tutta in un colpo solo e farla uscire un poco alla volta era il metodo che per me funzionava meglio. C’era un’epoca in cui i lettori di fumetti erano maggiormente disposti a procedere con questo approccio – seguendo lentamente la tua storia interminabilmente lunga finché non fosse finita. In seguito avrebbero anche comprato la raccolta in volume. Apprezzavo anche questo, ma credo proprio che quei giorni siano finiti.

Così ho riflettuto sull’offerta del Capo. E più ci pensavo, più mi piaceva. Invece di abbandonare il comic-book mi stavo concentrando su un formato che probabilmente c’entrava di più con quello che stavo facendo. Mi sono ricordato dei vecchi, meravigliosi tomi periodici del passato – American Heritage, il magazine di Horizon, quell’incredibile annurio di Flair, il Weekend Book del 1925…e il Saturday Book. Ah, il Saturday Book. Un volume annuale che conteneva un’abbondanza di cultura highbrow, middlebrow e lowbrow, pubblicato dal 1941 al 1975. Un oggetto meraviglioso. Il libro perfetto per donne antiquate e uomini di mezz’età. Io posseggo ogni volume.

“Saturday Book” #12 (1952).

Si, un periodico rilegato dovrebbe essere il formato ideale per presentare la varietà delle mie attività artistiche. Potrei pubblicare disegni presi dai miei sketchbooks, scrivere articoli, mostrare gli oggetti che ho creato e anche intervistare qualcuno se lo desidero. Potrei continuare a serializzare storie lunghe e allo stesso tempo offrire al mio pubblico lavori indipendenti che possono rendere l’intero affare più appetibile al lettore casuale. In effetti, il meno vincolante numero di pagine mi consentirebbe anche, in realtà, di presentare una porzione di storia più ampia. Con queste premesse sembra che Clyde Fans volgerà al termine in soli due volumi di questo nuovo formato. Sospetto che questo stesso cambiamento influenzerà il nome della mia prossima storia.

Così, tanti saluti formato comic-book. E’ stato bello conoscerti. Ti lascio senza rimpianti. E per quanto io (da vecchio anacronistico che sono) odio pronunciare queste parole: “Benvenuti lettori all’inizio di una nuova era.”.

Seth mentre dedica il suo volume “George Sprott”, che sarà pubblicato a giugno in Italia da Bao Publishing.

Il nuovo Comics Journal e il Seth che verrà

di Andrea Queirolo

Il Comics Journal, uno dei più importanti giornali di critica fumettistica americana, ha recentemente rinnovato il proprio sito, inglobando nelle sue pagine i noti autori ed esperti del blog ComicsComics.
Già un annetto fa, più o meno in concomitanza con con l’uscita cartacea del numero 300 della rivista, il format del magazine, da mensile, è passato ad annuale, mentre si è rinnovato ed infoltito il sito internet. In questi ultimi tempi si presagiva nuovamente aria di cambiamento. Dopo la chiusura del blog Journalista, curato per anni da Dirk Deppey e ricco calderone giornaliero di news, l’indipendenza dei blog laterali The Hooded Hutilitarian e The Panelist, la pagina web del Comics Journal ha trovato una nuova veste grafica e un nuova impostazione editoriale.

E’ di qualche giorno fa l’annuncio del nuovo fumetto di Seth, ed è proprio il Comics Journal ad offrirci in anteprima la copertina e qualche pagina interna. Le potete vedere qua.

Best of 2010

di Andrea Queirolo

Breve resoconto delle letture più soddisfacenti del 2010. Pur non essendo riuscito a leggere tutto quello che avrei voluto (ho un paio di pile con fumetti selezionati) oramai è giunta l’ora di tirare le somme di un annata felice sotto molto punti di vista.

Quaderni Ucraini di Igort è assolutamente un lavoro generoso tanto quanto il suo autore. Non è comic journalism, ma “letteratura di viaggio” (“fumetto di viaggio”?), un quaderno di storia, di storie e sopratutto di preservazione della memoria.

Cinquemila Chilometri Al Secondo di Manuele Fior, premiato come Miglior Autore Unico a Lucca 2010 e per il Miglior Fumetto ad Angouleme 2011, è la riconferma della conferma.

Le Ragazze Nello Studio Di Munari di Alessandro Baronciani sta li a sottolineare il grande talento di Baronciani e le capacità del fumetto.

Nessuno Mi Farà Del Male di Giacomo Monti è un libro che aspettavo pur avendo tutti i numeri della rivista Canicola (il volume presenta comunque qualche inedito). Di queste storie, così vere da essere a tratti disturbanti (in alcune mi ci son anche ritrovato), ne vorrei leggere di più.

Le Strisce Del Post di Giacomo Nanni sono l’esempio più fulgido di quello che si può fare col fumetto.

I Quattro Fiumi di Fred Vargas & Edmond Baudoin arriva in Italia con dieci anni di ritardo, sicuramente grazie più al nome della Vargas che a quello di Baudoin (purtroppo). Quest’ultimo è un autore immenso che meriterebbe più attenzione qua da noi. Ed è il suo inchiostro a creare una perfetta armonia fra testo e disegno, un libro dall’espressività imponente.

Wilson di Daniel Clowes è un volume a cui posso trovare un solo difetto: è perfetto. Nel suo sottrarre, nel suo gioco di stili, nella sua storia avulsa Clowes non sbaglia mai e forse chiudendo il libro ho provato un po di irritazione.

L’Olmo e Altri Racconti di Jiro Taniguchi è, fra i volumi di ristampe dedicate all’autore da Panini, il libro che merita di più e quello che riesce a fotografare al meglio un’intero paese e un’intera cultura.

Cerebus – Alta Società di Dave Sim è stata la pubblicazione italiana più agognata di sempre, ma finalmente è arrivata: grosso, spaventoso e difficile, un volume che vi impegnerà per un mesetto buono.

Happy di Naoki Urasawa è spiazzante per il distaccamento dalle storie dell’autore che noi tutti conosciamo (Monster, 20th Century Boys, Pluto). Eppure Urasawa si dimostra ancora al top con questa storia che, camuffata da manga sportivo, si rivela una commedia brillante dal tono dolce-amaro. L’ennesima prova di poliedricità.

Mumin & I Briganti di Tove Jansson, finalmente in Italia grazie a Black Velvet, questo libro è il primo in assoluto a presentarci le storie di Tove Jansson in una collana completa e ragionata. Un must have del fumetto europeo.

Maledetti Fumetti! di David Hajdu è il saggio imprescindibile sulla storia del fumetto in america. Steso con grande perizia, ricco di fonti e citazioni, scritto in modo semplice e scorrevole, è una lettura storicamente appagante.

Dante’s Divine Comedy di Seymour Chwast è la Divina Commedia in stile noir. Una sapiente rivisitazione disegnata in maniera scarna e personale da uno dei principali grafici e illustratori viventi.

The Wrong Place di Brecht Evens, ammetto di aver avuto qualche difficoltà a leggerlo: lo stile dell’autore è claustrofobico, le pagine sono spesso disegnate in maniera confusionale, si fa fatica a leggere i dialoghi e i personaggi si confondono. Eppure, pian piano la storia ti assorbe e ti ritrovi ad assecondare i meccanismi di questo giovane autore che sul finale riesce anche a emozionarti. Evens sarà ospite a Bilbolbul, non mancatelo.

X’ed Out di Charles Burns è il nuovo fumetto di Charles Burns e uscirà in Italia quest’anno per Lizard. Non c’è altro da aggiungere.

Acme Novelty Library #20 di Chris Ware narra la vita di Jordan Lint, dalla nascita alla morte. E’ l’ennesima prova di sapienza da parte di quello che reputo il miglior fumettista al mondo (e non fatemene una croce).

Palookaville #20 di Seth è forse il fumetto più importante di quest’anno. Lo è per diverse ragioni che trascendono le storie contenute in esso, ma l’argomento ha un certo peso e ho deciso di dedicargli un post prossimamente.

Alec: The Years Have Pants di Eddie Campbell raccoglie tutte le storie autobiografiche dell’autore. E’ ostico, complesso a tratti illeggibile, ma è genuino, schietto e diretto, pieno di intuizioni importanti e significativo per una parte di storia del fumetto. Mi riesce davvero difficile non chiamarlo capolavoro.

The Zabime Sisters di Aristophane Boulon di cui ho già parlato, è un’opera potentissima, di quelle che ti rimane impresse e ti ritorna in mente nel dormiveglia.

Black Blizzard di Yoshihiro Tatsumi è il manuale di un linguaggio e, se non vi piace questa parola, di un metodo. L’esplosiva potenzialità di un giovane autore che si sprigiona in scelte ancora acerbe ma innovative.

Wednesday Comics di A.V. è un cartonato gigantesco che raccoglie le pubblicazioni a mo’ di quotidiano che la DC aveva sperimento un annetto prima. Una lettura “diversa” con spunti interessanti e grossi autori.

Captain Easy, Soldeir of Fortune: The Complete Sunday Newspaper Strips 1933-1935 (Vol.1) di Roy Crane. Grazie Fantagraphics che ci ridai alcune fra le pagine domenicali più belle di sempre, nonché uno degli autori più influenti del panorama americano.

Nipper 1963-1964 di Doug Wright (editata da Seth) è il clamoroso ripescaggio delle strisce del Maestro canadese Doug Wright. La striscia è incentrata su una famiglia borghese ed in particolare sui figli. Semplice ed ironica, mostra una grandissima capacità di sintesi sia narrativa che grafica.

The Complete Milt Gross Comics Stories di Milt Gross (editata da Craig Yoe). Questo volume ha alcune incongruenze, ma sopratutto ha una pretesa che non può essere accettabile. Infatti sulla copertina campeggia la scritta “Complete”, ma il libro non raccoglie che la minima parte della produzione di Milt Gross. Però a Yoe gli si vuol bene lo stesso, perché queste storie sono fra le più belle e le più ispirate che abbia mai letto.

AX (Vol 1): a collection of alternative manga di A.V. è un’antologia di racconti apparsi su AX, celebre rivista giapponese che propone storie sperimentali di grandi autori nipponici contemporanei. Nomi come Yoshihiro Tatsumi (A Drifting Life), Imiri Sakabashira (The Box Man), Kazuichi Hanawa (In Prigione) dovrebbero bastare per convincervi.

Daniel Clowes: Conversation di Ken Parille & Isaac Cates è un testo che raccoglie diverse interviste rare ed inedite a Dan Clowes, ripercorrendone la carriera. Ovviamente interessante.

Lucky di Gabrielle Bell è stato il web-comic che ho letto con più piacere. Gabrielle è molto brava nel ritrarre se stessa e la sua vita in maniera disincantata e autoironica. Da seguire.

D’ottobre in America

Sicuramente ci sarà fermento questo mese, dato che tre degli autori di culto del panorama fumettisico mondiale vedranno la pubblicazione dei loro nuovi lavori.

Chris Ware – Acme Novelty Library #20 (Drawn & Quaterly)

Il nuovo volume della serie di Ware sarà un cartonato di 72 pagine dallo sviluppo orrizzontale della misura di 23,50 cm x 17 cm. Sarà incentrato sulle vicende di Jordan Wellington Lint, cinquantunenne amministratore delegato della Lint Financial Product. Il libro comprenderà anche un nuovo capitolo della serie Rusty Brown, l’ossessivo collezionista di action figures.

Seth – Palookaville #20 (Drawn & Quaterly)

Seth propone un cambio radicale alla sua serie annuale di albetti Palookaville, editando un volume cartonato di ben 88 pagine della misura 16 cm x 22 cm. Il libro si muove di pari passo alla crescita artistica dell’autore impegnato da sempre su più fronti: da fumettologo ad illustratore, da designer a saggista. Conterrà una storia autobiografica nello stile di disegno di Wimbledon Green, nel quale l’autore racconterà il suo difficile approccio relazionale durante un tour promozionale. Il libo, oltre a contenere un nuovo capitolo della serie Clyde Fans, comprenderà un articolo sul mercato del fumetto, diverse foto e curiosità.

Charles Burns – X’ed Out (Pantheon)

Salutato come primo volume di una serie, il tanto atteso nuovo fumetto inedito di Burns viene proposto in un elegante cartonato di 56 pagine nel quale l’autore mette da parte il suo famoso bianco e nero per dedicarsi al colore. La copertina è un chiaro omaggio a quella de La stella misteriosa del Tintin di Hergé, pioniere che da sempre dimora negli incubi di Burns.