Intervista a Wally Wood (1980)

traduzione di Andrea Queirolo

Questa intervista è stata condotta da Shel Dorf durante la San Diego ComicCon del 1980. Il link originale è qua.

Grazie per essere venuto al Comic-Con di San Diego, Woody. Ti è piaciuto?

Oh, è stato bello. E’ la miglior convention a cui sono stato!

I fan sono stati gentili?

Alcuni di loro mi hanno chiesto dei disegni. Gli ho detto che non ne stavo facendo, e semplicemente se ne sono andati via.

Non ho mai letto molto sul tuo background, sulle tue prime influenze. C’era qualche artista nella tua famiglia?

Mio zio Wallace era un artista, ma gli veniva naturale.

Ti incoraggiava a disegnare quando eri piccolo?

Non ricordo. Credo di si.

Dove sei nato?

In Minnesota, ma sono cresciuto in Wisconsin e Michigan. Ora vivo a New York da circa venticinque anni.

A che punto della tua vita hai mostrato talento come artista?

Ho scoperto i fumetti quando avevo sei anni, e li disengavo.

Quali rifacevi?

Mi è sempre piaciuta la science fiction.

Wood, illustrazione per “Galaxy Science Fiction” dell’agosto 1958.

Quando hai cominciato a inchiostrare? I professionisti chiamano sempre i bambini “blue-inkers” perché nei loro primi disegni usano sempre la penna e il calamaio.

Bhe, io usavo penna e calamaio! E senza prima la matita, ma direttamente a penna.

Wow, questo è saperci fare! A scuola impressionavi il maestro?

No, son sempre andato male in arte. Mi scontravo sempre con gli insegnati di arte perché pensavo: se sono così bravi, perché insegnano arte un una fottuta scuola superiore? Ecco, in arte prendevo sempre “C”.

Davvero? Bene, immagino sia vero che un cattivo insegnante può danneggiare una carriera promettente. Ricordi il tuo primo lavoro professionale?

Il primo lavoro professionale è stato letterare i fumetti rosa della Fox nel 1948.

Hai dovuto andare a New York per farlo? Non hai concluso alcun lavoro nella tua città natale?

Sono venuto a New York subito dopo la fine della Marina.

Mentre eri in Marina hai fatto qualche disegno per i giornali del campo?

Si, feci disegni per un paio di giornali dell’esercito. Roba ciclostilata. Donnine sexy. Ne ho ancora una copia da qualche parte. Ebbi dei problemi col mio capo. Tutti i numeri nel campo furono soppressi dalle autorità.

Uno dei primi fumetti di Wood realizzato per la Fox Comics, da un numero di “My Confession” del 1949.

Quanto durò il tuo lavoro di letterista per la Fox Publishing?

Circa un anno. Incominciai anche a fare sfondi e poi a inchiostrare.

Questo per i fumetti rosa? Quanto pagavano?

Si, la maggior parte erano fumetti rosa. Per pagine complete la paga era di cinque dollari a tavola.

Vivevi di questo?

Dividevo una stanza doppia per tre dollari a settimana.

Diventasti più veloce a quel punto, così da poter guadagnare di più?

Oh si. Due volte alla settimana inchiostravo dieci pagine al giorno.

Wood, da “There Will Come Soft Rains”, Weird Fantasy n°17 (E.C. Comics, 1953).

Quando cominciasti a fare un lavoro più creativo, dove il “Wood Style” è venuto fuori?

Non prima della EC con le storie di fantascienza. Anche se alla fine riuscii a disegnare qualche fumetto romantico per la Fox.

Come fu lavorare per Bill Gaines in quei giorni leggendari?

Fu molto bello. Prendevi la paga sul momento, una assegno pronti e via. Per Natale ci faceva dei regali. Mi ricordo che una volta ci diede una video camera e un proiettore, che sto ancora usando.

So che Gaines tratteneva gli originali, che eventualmente Russ Cochran ha usato per le sue ristampe dei volumi EC. Hai avuto una percentuale sulla vendita dei tuoi vecchi lavori per la EC?

Si.

Quindi per i suoi artisti talentuosi Gaines continua a essere un buon capo! Sembra che sia sempre stato un editore eccezionale col quale lavorare. E’ davvero un peccato per i fumettisti del giorno d’oggi non aver avuto quell’opportunità! Pensi che lavorerai ancora con Gaines?

No, non voglio lavorare per nessun altro ora…

Perché no?

Faccio le mie cose. Me le pubblico da solo.

E’ stato un approccio riuscito?

Si, stiamo per fare sold out della prima stampa di The Wizard King. Ottocento copia a dieci dollari al pezzo!

Tavola originale da una storia di “Wizard King” by Wally Wood, 1981.

E’ stato così caro pubblicare questo libro?

Beh si, la rilegatura costa tanto. Sessanta centesimi per stamparlo ma un dollaro per rilegarlo.

Certo, è un bellissimo prodotto. Infatti, ogni cosa che fai ha un qualità intrinseca. Il tuo stile d’inchiostrazione è così meticoloso, così dettagliato – le tue figure sembrano scolpite…e potrei continuare a parlarne! Sapevo che eri veloce, ma sulle tue pagine devi aver speso ore e ore di delicato lavoro.

Beh, ho lavorato dodici ore al giorno, sette giorni alla settimana, per anni. Essere un fumettista è come condannare se stessi a vivere imprigionati ai lavori forzati in isolamento! Non penso che lo rifarei.

Davvero? Alla fine è stato piacevole no?

Si, ma non potevo fare altrimenti.

Chi sono le persone del settore che ammiri?

Tutti. Raymond, Foster, Caniff, Roy Crane, Eisner, Hogath…tutti.

Conoscevi Alex Raymond?

No, non l’ho mai incontrato. Entrai nella National Cartoonists Society un paio d’anni dopo la sua morte.

Hai studiato anatomia con molta intensità? Hai una così grande abilità nel disegnare le persone…

Sono andato alla scuola d’arte di Minneapolis per un trimestre, e a un’altra scuola d’arte per un altro trimestre, ma non posso dire di avere imparato qualcosa sulla tecnica. Non ho imparato a disegnare davvero finché non sono andato in Marina.

Quindi alla fine sei un autodidatta, e hai solo osservato i tuoi contemporanei. Hai mai lavorato con Hal Foster?

Si, ho fatto una pagina di Prince Valiant nel 1970.

Perché solo una?

Beh, era una prova. Anche John Cullen Murphy e Gray Morrow stavano provando. E Murphy ottenne il lavoro.

Vorresti fare una tua striscia?

Voglio farne una di The Wizard King.

Sarebbe una bellissima striscia domenicale, a colori. Che meraviglia se fosse nella sezione dei fumetti sui giornali. Avresti certamente un grosso seguito qui, per il tuo lavoro.

Beh, non solo qui, ma anche in Europa. Stanno traducendo Sally Forth in lingua straniera, così sta per apparire in giro per il mondo.

Non hai fatto Sally Forth e Cannon per The Overseas Weekly? Una volta ero abbonato a quel giornale, come tanti fans, solo per leggere tue cose. Come hai ottenuto il lavoro?

Penso che mi abbiano contattato richiedendomi una striscia, così ne ho create due.

E ora queste vengono ristampate in raccolte. Finora ci sono quattro volumi per ogni titolo. Erano destinati ad un pubblico adulto giusto?

Si, tette al vento, è più adulto.

Da una storia di “Spirit” del 1952, disegni di Wally Wood.

Com’è stato lavorare per Will Eisner?

Oh, lui era a posto. Un po’ tirchio.

Perché dici così? Probabilmente leggerà quest’intervista!

Bene! [Risata]

Quanto pagava?

Circa trenta dollari a settimana.

Per far cosa?

Lettering e sfondi su Spirit. A volte me ne dava quaranta quando facevo anche i disegni.

Questo quando disegnavi a suo nome? Quelle storie vengono ristampate con gran clamore nel magazine Spirt di Denis Kitchen.

E’ quello che ho sentito, ma non le ho ancora viste.

Si vocifera che una volta a New York ti sono state rubate delle tavole. E’ vero?

E’ successo in Francia. Avevano diverse pagine di Wizard in una mostra, messe sotto vetro. Di queste ne sparirono circa quattro.

Hai fatto una serie per la Tower Comics. Finanziariamente parlando ne è valsa la pena?

Non tanto, ma ho avuto molta libertà. Ho scritto e disegnato le storie tutte da solo. Erano più che altro supereroi: Dynamo, Noman, Thunder Agents…Una volta offrii Noman a Stan Lee e lui disse: “Si, non male. Lo userei se potessi trovare un modo per prendermene il merito! (Ah, ah, ah!)”

Wood, da “T.h.u.n.d.e.r Agents” #7, 1966.

La tua run di Thunder Agents durò all’incirca due anni. Perché finì?

E’ una storia lunga. Parlai con Harry Shorten di questo (mi doveva dei soldi), e mi disse che era spremuto dai distributori.

Sembra che alcuni fumetti fossero trattenuti. So che diversi anni dopo un grosso numero di questi fumetti venne fuori a prezzi da remainder. Mi suona un po’ strano! Pensi che sarebbe andata meglio se ci fossero state le fumetterie a venderli, come succede oggi?

Si, sarebbe stata una cosa diversa.

Penso che le fumetterie abbiano il potenziale per salvare l’industria. Ho sentito di tante brutte storie dove fumetti nuovi venivano messi direttamente nei trinciatutto perché i distributori non potevano stare a perder tempo per pochi centesimi di profitto, e sul sistema “d’onore” che gli avrebbe comunque fatto avere dei soldi indietro. I negozi fermano questo spreco. Questo modo di fare portava anche a dati di vendita imprecisi, con il distributore che sosteneva che certi numeri non vendevano. Conoscendo tutta la cura e il talento che viene messo in un fumetto, senza parlare della spesa per produrlo, penso fosse un crimine distruggerli prima che avessero raggiunto le edicole!

Una volta ho perso cinquanta copie del primo numero di Witzend! Sparirono di punto in bianco da un magazzino. Ora li vendono a circa cinquanta dollari. E’ stato anche piratato: un tipografo lo copiò e lo vendette.

Successe anche con il primo numero di Marvel Comics Index di George Olshevsky e Tony Frutti. George ha scoperto che delle copie vengono vendute alla San Diego Con di quest’anno. Spero che i truffatori vengano scoperti e finiscano in galera! E’ una cosa così subdola. Se possono, i fan dovrebbero realmente provare a evitare di comprare queste copie. I venditori dovrebbero stare in guardia e controllare con gli editori originali prima di investire in certe fregature.
Comunque, alla fine, con Wizard King hai un progetto tutto tuo che viaggia bene. Li stai vendendo tramite le fumetterie?

Sono esauriti! La maggior parte li ho venduti per posta. Ora è uscita la versione a colori e sta vendendo davvero bene. La sta facendo il francese Fershid Barucha.

Una striscia di “Sky Master of the Space Force” del 1959, matite di Kirby e chine di Wood.

Una volta, per un breve periodo, hai fatto una striscia con Jack Kirby chiamata Sky Master of the Space Force. Com’è nata?

Beh, la cominciò Kirby. La scriveva e faceva le matite. Io inchiostravo. L’abbiamo fatta per un paio d’anni.

Su quanti giornali era pubblicata e quale sindacato la gestiva?

Non so quanti giornali. Non troppi. Penso fosse il George Mathew Adams Syndicate.

Wood, versione pornografica di Biancaneve, da Gang Bang #1, 1980.

Recentemente ho preso una copia della tua rivista Gang Bang, e CAVOLO. Woody! Non c’è alcun dubbio che tu stia producendo il lavoro più spinto che tu possa fare, mostrando il fornicare e tutti gli altri aspetti del porno. E’ tutto disegnato magnificamente nel “Wood Style” dei primo Mad, e negli stili di vari fumettisti famosi. Cosa ne pensi di questo capitolo “underground” della tua carriera?

All’inizio era un po’ vergognoso. Non l’avrei firmato. Ma con il volume seguente mi son sentito a posto. Il riscontro è stato abbastanza buono. I tempi sono cambiati. Qualche anno fa Phil Seuling fu rovinato per la vendita di fumetti underground, ma questo oggi non sarebbe successo. Probabilmente tra circa cinque anni vedremo Gola Profonda in televisione!

Diversi anni fa, la rivista “The Realist” stampò un’illustrazione parodiando i personaggi di Walt Disney. L’autore li fece accoppiare in tutti gli atti sessuali immaginabili, c’era anche qualche funzione corporale… Questo disegno era eseguito nello stile Disney ed era veramente fatto con abilita. Alla fine diventò un poster e fu stampato in tutte i modi – con colori luminosi, fluorescenti, ecc. All’inizio era una satira divertente…infrangeva davvero tutti i quei cartoni animati dolci e delicati. Era strettamente per adulti. Ma la gente della Disney non era divertita! Ora si vocifera che era talmente valido che doveva essere stato disegnato da Wally Wood. Hai qualche idea su chi lo abbia fatto realmente?

Di quello preferirei non parlarne! E’ stato il disegno più piratato della storia! Chiunque ne ha stampato copie. Capisco che alcune persone abbiano passato dei guai per averlo venduto. Ho sempre pensato che la roba Disney fosse piuttosto sexy…Biancaneve, ecc.

Wally Wood “Disneyland Memorial Orgy” Poster, 1967.

Hai mai lavorato per Disney?

No.

Penso che il “Wood Style” si adattasse da solo all’animazione. Ne hai mai fatto?

Una volta feci un paio di pubblicità, una per l’Alka-Seltzer e una per un vino. Creai i personaggi e gli storyboards.

Sarebbe bello vedere una versione animata di “Wizard King”.

Mi piacerebbe vederlo in un live action, con Harryhausen che fa animazione in stop-motion.

Hai mai voluto entrare nell’animazione?

Provai a vendere diversi Saturday-morning shows alla TV, ma tutto quello che successe fu che loro finirono per rubare uno dei miei personaggi e usarlo in Wizards.

Hai qualche storia che ti piacerebbe fare a fumetti?

Beh, ora come ora, voglio solo finire The Wizard King.

Woody, come sono le tue matite? Non le ho mai viste. Sono precise e dettagliate?

Solitamente inchiostro sopra le bozze. A matita traccio i corpi e le facce più precisi.

Tu e Frazetta siete davvero dei maestri delle figure sensuali. Entrambi fate le donne più sexy che abbia mai visto! Questo deriva da, ahem…ricerca personale?

Beh, Sally Forth è la mia donna dei sogni. La cosa più vicina a lei potrebbe essere Britt Ecklund.

Una tavola originale di “Sally Forth” del 1972.

Conosci bene Frank Frazetta?

Abbastanza bene, ma non lo vedo da anni. Era circa vent’anni fa. Feci alcune delle matite e degli inchiostri sulla sua striscia, Johnny Comet.

Ne hai fatte tante? Sembra che tu sia capace di lavorare in molti stili differenti.

Oh, si…The Spirit, Flash Gordon, Therry e i Pirati (per Wunder), Robin Malone per Bob Lubbers, Dark Shadow per Ken Bald.

Credo che i fan amerebbero vedere la tavola domenicale di Prince Valiant che hai fatto. Puoi descriverla?

E’ stato nei primi anni settanta. E’ quando Aleta diventa gelosa e lascia Val…lui sta alla finestra e si prende un raffreddore…

Quando capitavano questi lavori da ghost di solito era per un’emergenza?

Si, problemi di scadenza. Ho sempre avuto la reputazione di essere uno veloce.

Veloce e bravo!

Grazie.

Woody, è stato un piacere parlare con te. Divertiti nella tua permanenza al sole della California. Spero tu possa trovare qualche “Sally Fort” a Malibu!

Grazie Shel.

La tavola originale di che Wood fece nel 1970 per “Prince Valiant”.

4 risposte a “Intervista a Wally Wood (1980)

  1. I fan sono stati gentili?

    Alcuni di loro mi hanno chiesto dei disegni. Gli ho detto che non ne stavo facendo, e semplicemente se ne sono andati via.

    ahha proprio come ai giorni nostri, tale e quale. E’ divertente scoprire come funzionava prima e cercare di capire perchè sia cambiato.

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