Mignola parla della morte di Hellboy e del suo futuro

traduzione di Alberto Choukhadarian

Vi avevamo parlato della morte di Hellboy, QUA, ed è proprio così: è morto e non tornerà indietro. Eppure Mike Mignola ha altri grandi progetti per il futuro del suo personaggio e ce li spiega in questa intervista.


-Mike, è stato piuttosto duro per noi fan di Hellboy vedere il suo cuore strappatogli via dal petto.

Bè, se lo è stato, vuol dire che abbiamo lavorato bene. Non era previsto che fosse una cosa facile da mandar giù.

-Lascia aperta la speranza in fondo, poiché c’è la serie ‘Hellboy in Hell’ in previsione. Era questo il piano fin dal principio?

Lo era quasi sin dall’inizio di ‘Hellboy’ stesso. Non ricordo esattamente ma, tipo un milione di anni fa, pensavo già di far prendere questa direzione alla serie.

-Perché questa svolta in particolare? Perché all’inferno?

Come artista, non mi sono mai sentito particolarmente a mio agio a disegnare il mondo reale e, sebbene non se ne veda mai molto nel fumetto, ho concepito storie di Hellboy che erano comunque ambientate nel mondo come lo conosciamo, almeno sino a un certo punto. E l’ho sempre vissuto come un ostacolo, un freno alla mia fantasia.

L’artista che è in me, infine, ha vinto. Lo scrittore può ambientare le sue trame nel mondo reale ma se il disegnatore dice: ’se disegnerò questa cosa, voglio essere lasciato libero artisticamente. Una volta che, come artista, ho capito cosa voglio fare, desidero essere completamente libero di esprimermi senza essere vincolato alle restrizioni del mondo reale’.

Siamo a questo punto, insomma.

-Il che riporta alla mente, alla mia almeno, la fatidica domanda: quanto creativo puoi essere? ‘Hellboy’ è già di per sé una serie che forza molto i parametri della realtà.

E’ come..l’inferno è come quello che ho dentro la mia testa. Composto di tutte le immagini che ho sempre desiderato disegnare. Non sarà semplicemente fuoco e fumo. Sarà molto più interessante. Con un’infinità di ambientazioni diverse. Uno scenario perfetto per raccontare milioni di storie differenti.

Non sarà solo Hellboy che se la vede con un demone diverso ogni settimana. Incontrerà altri personaggi e apprenderà le loro singole storie. Spero di riuscire ad ottenere la sensazione di ritrovarsi in un mondo onirico simile a quella che produce la lettura di ‘Alice nel paese delle meraviglie’, mischiata al sapore di certi racconti gotici dove si è improvvisamente introdotti a un personaggio e si rimane invischiati nella sua storia personale salvo, attraverso quella, vedere la storia di qualcun altro.

Ci sarà questa interessante atmosfera sognante e al suo interno s’intravedrà la trama di una storia.
Quindi, sì. Ho un sacco d’idee.

E sarà il libro che completerò da adesso sino a quando smetterò di disegnare fumetti. Tutto quel che voglio fare, con una sola probabile eccezione, forse, può essere fatto con questo libro.

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-Quindi ‘Hellboy in Hell’ è un progetto seriale?

Sì. Non avrà più la struttura a mini-serie. Sarà ‘Hellboy in Hell’ dal numero uno sino a quanti ne serviranno per raccontare questa vicenda.

-So che i fan sono molto entusiasti riguardo al tuo ritorno al tavolo da disegno, ma non immaginavo l’avresti presa così seriamente!

Sì, e i primi cinque numeri almeno, quelli dove si sviluppa l’iniziale e più importante ciclo di episodi, usciranno mensilmente. Dopo di quelli, avremo un numero ogni volta che sarà pronto. Ci lavorerò a tempo pieno, ma non posso certo promettere a nessuno un’uscita regolare mensile. Quello che sono in grado di promettere invece è che se ci saranno storie che si snodano in due o tre numeri, quelli interessati usciranno a cadenza mensile.

Ma penso che avremo perlopiù episodi a sé stanti. Non voglio lasciare i lettori in attesa con colpi di scena finali e sei mesi di distanza tra un’uscita e l’altra, magari con un personaggio in procinto di precipitare da uno scoglio.

Ma siamo ancora nella fase iniziale di progettazione. Voglio dire, ora lo sto disegnando e so dove andrò a parare con questi primi cinque numeri. E ho ovviamente un’idea complessiva su quale direzione prenderà la storia, infine. Mi sto comunque lasciando ampi margini di spazio per permettermi di divagare e perfino perdermi negli episodi successivi.

-Quanto succederà al personaggio principale sarà dunque separato da quello che continuerà ad accadere nel resto dell’universo di Hellboy? Mi riferisco a B.P.R.D., ovviamente, e alle altre serie collegate.

Bé, no…succederà tutto nello stesso tempo narrativo. E ho idee su come collegare le varie serie una all’altra. Poi ci sono trame che sono state introdotte in ’Hellboy’ e che ancora non sono state risolte. Quindi, in questi fatidici primi cinque numeri, vedremo alcuni personaggi che abbiamo già incontrato e vedremo altresì progredire o, in alcuni casi, risolversi definitivamente, sottotrame ancora aperte.

Ma, a parte quanto detto, non posso aggiungere altro senza rischiare di anticipare troppe cose a scapito della suspense delle storie.


-Quindi non tutto succederà all’inferno? Hellboy ha lasciato diverse persone nel mondo reale. Vedremo cosa accadrà fuori dall’Ade?

No, la mia idea originaria è che tutta la narrazione si sviluppi all’inferno. Ci potranno essere casi in cui incontreremo personaggi diversi o Hellboy stesso racconterà qualcosa che gli è successo. E poi avremo storie che non si svilupperanno all’inferno perché due personaggi stanno raccontandosi una storia ambientata altrove.

Ma come disegnatore, ti dicevo, voglio riprodurre un mondo fantastico. Quindi non ho piani per…bè, le cose si complicano da un certo punto in poi, in effetti. Ma diciamo pure che la gran parte della vicenda si sviluppa all’inferno.

-Torniamo un attimo all’istante in cui hai dovuto sancire la sua morte. E’ stato difficile per te uccidere Hellboy?

Sai, è stato strano. C’è una cosa da dire – e la sto dicendo già da tanto tempo – ed è che mi ripetevo sempre, negli anni scorsi:  ‘lo ucciderò o gli caverò un occhio. Sì, un giorno lo farò’. E’ comunque molto strano quando si arriva al punto di dire: ‘Oh. Sento che lo farò oggi’.

Ed è davvero singolare quando lo scrivi. E ancora più strano quando, da artista, lo devi pure disegnare. E, se possibile, più strano ancora quando lo vedi pubblicato! Ho pure avuto un momento d’indecisione quando, una volta compiuta la scelta, ho realizzato di non poter più tornare indietro. So che ci sono fumetti in cui il personaggio principale muore salvo poi ritornare, oppure si ritrova con la schiena a pezzi e dopo poco è di nuovo in formissima. Con Hellboy volevo evitare tutto questo. Quindi, avevo deciso: ‘se gli caverò un occhio sarà per sempre. E se lo uccido è morto. Punto’.

Mi sono sentito come se mi chiedessi: ‘Sono davvero pronto per farlo?’.

La cosa bella con la struttura della serie è che il personaggio principale è in pista da un sacco di tempo. Sin dagli anni Quaranta. Quindi c’è sempre stato un sacco di spazio per far storie ambientate nel passato e le ho fatte. Ma c’è ancora molto spazio per realizzarne altre collocate cronologicamente nel periodo in cui Hellboy era ancora in vita, prima che fosse gravato dal peso di essere la Bestia dell’Apocalisse e il Re di Inghilterra e tutto il resto. Continueremo a fare quel genere di storie, anche se, molto probabilmente, nessuna sarà contenuta nella serie ‘Hellboy in Hell’. Forse lo faremo più avanti, ma non è quella la mia intenzione, per adesso.

Duncan Fegredo sarà impegnato con alcune graphic novel. Richard Corben ne ha appena ultimata una che credo uscirà il prossimo mese. Queste storie si svolgeranno nel passato, quando Hellboy era un ragazzo come gli altri, nei limiti in cui a lui sia mai stato concesso esserlo, certo.

Pertanto continueremo a riempire alcuni buchi temporali nella sua biografia. Avremo essenzialmente due tipi di storie di Hellboy. Ci saranno le storie regolari, confidenziali e divertenti come al solito. E ci saranno quelle che, immagino, saranno sempre più bizzarre riguardo la sua morte.


-Continuerà ad avere un occhio solo anche all’inferno?

Sì. Quando ho apportato quei cambiamenti volevo fossero permanenti. Per certi versi è una scelta che mantiene le cose molto chiare. Se il personaggio ha un occhio solo in una storia e non è morto, vuol dire che c’è andato molto vicino. Significa che quel personaggio ha attraversato fasi differenti nella sua esistenza.

Quindi, le storie del passato saranno molto semplici da individuare, perché il lettore dirà: ‘Oh. Ha entrambi gli occhi!’. Piuttosto la domanda sarà: quante volte lo disegnerò inavvertitamente con l’occhio giusto al posto sbagliato?

-Ti è già capitato?

Non ancora!  Non credo, almeno. Ma non siamo ancora così avanti con il lavoro. Penso che in tutti questi anni devo avere anche messo la sua mano nel braccio sbagliato, almeno un paio di volte.

E una serie di altre volte mi sono accorto in tempo dell’errore. E’ per questo che sono convinto che sbaglierò anche con l’occhio.

-Per concludere, Mike, c’è qualcos’altro che vuoi a dire al tuo pubblico a proposito di ‘Hellboy in Hell’? Ci hai già dato un’anticipazione delle idee artistiche che speri di poter mettere nel tuo libro.

Sì, penso di avere detto abbastanza. Sai, ho parlato di questa serie così poche volte, nonostante avessi tanta voglia di farlo, che ancora non ho capito bene come sintetizzare quello che ho intenzione di realizzare. E’ tutto così nuovo per me che sono nella fase in cui penso: ‘C’è ancora un miliardo di cose che voglie fare!’.

Spero di vivere abbastanza a lungo da fare tutte le storie che voglio.

-Sembra che sarà per te il tipo di sfogo creativo di cui sentivi la necessità.

Sì, è esattamente quello che voglio. A questo punto penso che ho fatto abbastanza storie di Hellboy di cui sono contento. E di un paio ne sono particolarmente contento. E inoltre posso dire, sai, che le ho fatte al meglio che potevo. ‘Hellboy in Hell’, soprattutto da una prospettiva artistica sarà questo meraviglioso territorio inesplorato da attraversare senza mappa e cartina alla mano e dove poter sperimentare.

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