Due cose su Gatto Mondadory nella valle dei cugini

Il nostro nuovo collaboratore, Daniele Vecchio, ci parla del secondo libro del Dr. Pira: Il Gatto Mondadory nella valle dei cuigini.

“Un eroe si avventura dal mondo di tutti i giorni in una regione di meraviglia sovrannaturale: lì incontra forze favolose e ottiene una vittoria decisiva. L’eroe ritorna da questa misteriosa avventura con il potere di conferire doni favolosi agli altri uomini”. Quando scrisse il suo studio, ormai classico, sul viaggio dell’eroe, Joseph Campbell poteva forse immaginare gli sviluppi pop della sua ricerca, come quelli contenuti nella vulgata hollywoodiana di Christopher Vogler, ma non poteva sospettare che un giorno un Dr. Pira avrebbe rinverdito di sana follia gli archetipi del mito per renderli in egual misura familiari e irriconoscibili.

 

Il seguito del Gatto Monadory alla ricerca del telefonino fatato – dove l’eroe si aggirava tra smartphone, menhir, maghi e vassalli – è un’incursione nel mondo magico e periglioso dei managers e della borsa valori. Il mondo felice e realizzato in cui si trova adesso il Gatto Mondadory non prevede più lavoro né denaro, eppure le tasse continuano a imperversare. Come fare a pagarle? L’idea di farsi dare i soldi dai parenti pare la soluzione più logica e per questo occorre recarsi nella valle in cui si trovano riuniti “tutti i cugini di tutto il mondo”. L’inizio è scoppiettante: ovunque cadono oggetti e persone lanciati da un furioso Merlino immerso nei suoi maldestri tentativi con il golf e l’eroe si trova ad ottenere informazioni, ora banali ora preziose, da persone travolte da tronchi e rocce, prima salvate e poi puntualmente schiacciate. Il mistero del denaro, divinità immateriale che sembra venuta dallo spazio, è custodito da una classe di top menager che Gatto Mondadory e suo zio (una casa vivente) incontrano grazie all’intercessione di un cugino influente, una pezzo grosso del mondo della finanza. Ebbene questi top manager si rivelano una stirpe ritardata di ibridi uomo-animale, che si eccitano a sentir parlare di  business brunch, grafici e abbracci aziendali, ma sono negati con la pronuncia.

 

Questo per dire. E, a rischiare lo spoiler, possiamo anche anticipare l’incontro dell’eroe e del suo aiutante con Bob Marley, che porta i due protagonisti a bordo di un ufo a visitare Nazca, per illustrare loro le antichissime incisioni che testimoniano la nascita del denaro e dei sacrifici al fisco durante il solstizio d’estate. Bob cerca di convincerli che le tasse sono belle: “per questo scrivo sempre canzoni a carattere tributario”. Ma è solo la prima parte di una girandola di avventure imprevedibili, partorite dalla mente felicemente malata di Dr. Pira. Gatto Mondadory è un nipote lisergico di Krazy Kat, una saga fantasy che non ha precedenti sotto il sole, ma sarebbe riduttivo definirlo un fumetto dell’assurdo, come si faceva con un certo teatro, perché ciò rischierebbe di deviare dal fatto che si tratta essenzialmente di un fumetto dell’entusiasmo e della piacevolezza smodata. A partire dalla lussuosa edizione cartonata, con parti telate e argentate, e dalla immotivata scelta di stampare il colophon con un illeggibile nero su viola. Lunga a vita a Dr. Pira e a GRRRzetic, che si dimostra ancora una volta editore raffinato e sensibilissimo.

Una risposta a “Due cose su Gatto Mondadory nella valle dei cugini

  1. Dal sito dell’editore: “72 pagine bicromia, in sontuosa edizione medievale”. Prezzo: 12,00€

    Credo di dire una cosa lapalissiana, ma può essere utile a qualche lettore distratto: si tratta di un fumetto surreale e “disegnato male” (ormai sta diventando un filone, dopo la consacrazione di Davide La Rosa) che probabilmente piacerà soltanto agli appassionati del genere. 72 pagine di nonsense possono risultare pesanti. Insomma, in casi come questo i gusti personali diventano imprescindibili e vincolanti per un acquisto soddisfacente.

    Trovo inoltre un po’ furbetta la scelta di adottare una “sontuosa edizione medievale” e relativo prezzo di copertina (su cui gli appassionati chiuderanno un occhio perché tanto sono appassionati) che secondo me non ha alcuna giustificazione per un prodotto del genere, che non ha pretese artistiche e verrà consumato molto in fretta.
    Per inciso: la bicromia nelle preview non si vede, nemmeno in quelle del sito dell’editore.