Del Barbieri che mi ero perso

Per una strana cabala del mio Google Reader mi sono perso un bel po’ di aggiornamenti del blog di Daniele Barbieri, del quale abbiamo avuto il piacere di ospitare degli interventi (QUI) e che a mio avviso è la voce critica più interessante e preparata sul fumetto che potete trovare, specialmente in rete e non solo.

Quindi mi sono letto uno dopo l’altro tutti i suoi post sul fumetto pubblicati negli ultimi due mesi e ho pensato bene di segnalarvene un paio:

  • Di un Baru di molti anni fa: dove Barbieri NON parla di Quequette Blues spiegandone il perché. Curioso perché lo fa per lo stesso motivo per il quale lo faccio io. Inoltre Baru è un autore che amo visceralmente, uno fra i miei preferiti, non solo per come sa fare fumetti, ma proprio per come sa “farcirli”. Barbieri ha scritto parecchio di questo grande autore francese (QUA) e condivido largamente quello che pensa.
  • Del saper guardare le parole, o di Marco Ficarra: dove Barbieri torna sul lettering (QUA un altro suo interessante articolo sull’argomento) parlandoci del libro di Marco Ficarra: Manuale di Lettering. Seguo sempre con interesse i discorsi sul lettering, non a caso gli autori che trovo più interessanti sono quelli che si autoletterano o che tengono molto in considerazione questo fattore grafico – per diverse ragioni esempi possono essere Bacilieri, Clowes, Blain, Micheluzzi, Moebius. Oltretutto, recentemente ho prestato molta considerazione alla mia abitudine di leggere/guardare prima il testo dei disegni anteponendo e favorendo, diversamente da molti e dipendentemente dal tipo di fumetto che sto leggendo, l’aspetto linguistico/grafico/personale di un autore al disegno in se (ma, in alcuni casi, anche al colpo d’insieme della tavola, il che potrebbe far partire un lungo discorso su come si può usufruire di un fumetto).
  • Delle macchie di Andrea Bruno: dove Barbieri, parlando dell’ultimo lavoro di Bruno (QUA la nostra intervista), dice quello che andava detto da subito su questo autore italiano, del quale io ho grande stima, ma che reputo molto più un illustratore che un fumettista. Azzeccatissimo anche il paragone con Stefano Ricci, i cui disegni mi emozionano in maniera incredibile (vederlo disegnare dal vivo è, poi, un’esperienza), ma i cui fumetti sono illeggibili (vedi Tufo)
  • Degli autori di Frigidaire – Tanino Liberatore: dove Barbieri, nell’ultimo di una serie di post sugli autori di Frigidaire (QUA), sembra dare un senso, dicendo cose poco scontate, al lavoro di Liberatore ben contestualizzandone gli anni.

I post di Barbieri sul fumetto sono estremamente interessanti e ne consiglio a chiunque la lettura. Li trovate tutti QUA.

Inoltre voglio segnalare l’ultimo libro di Barbieri sul fumetto: Maestri del Fumetto, dove vengono raccolti e rivisti i saggi che presentavano i volumi dell’omonimo collaterale da edicola del Panorama/Il Sole 24 Ore. Dentro ci sono, in breve e in maniera concisa ma pregnante, 41 autori che han fatto la storia del fumetto. A me piace definirlo un bignami, da leggere, rileggere e consultare.

5 risposte a “Del Barbieri che mi ero perso

  1. “reputo molto più un illustratore che un fumettista. ” boh e che vuol dire? Intendi del suo stile? Non l’avevo capito cosaì il post di Barbieri.

  2. …Cheido venia. effettivamente mi sono andato a rileggere il post e Barbieri gli dà dell’illustratore. Non come se fosse un insulto ma quasi. Scherzo (anche se personalmente e per il niente che vale non sono d’accordo).

  3. Pingback: Grande Rete! Mediazione Barbieri CR Video

  4. Il Blog di Barbieri, così come i suoi libri sul Fumetto, sono una delle cose che non mi perdo mai 🙂

  5. Grazie del post. anch’io per uno strana gestione di google reader, mi ero perso i post del signor Barbieri.