L’affaire Orson Scott Card

di Renato Asiatici

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L’ultimo scandalo fumettistico Americano è probabilmente una cosa inimmaginabile da noi. Ma ha profonde implicazioni (morali e sociali) ed è bene discuterne.

Orson Scott Card è uno scrittore di fantascienza il cui romanzo Ender’s Game (da noi Il gioco di Ender) ha vinto i prestigiosi premi Nebula (1985) e Hugo (1986). Ora il romanzo è stato adattato in versione cinematografica e dovrebbe uscire verso il novembre di quest’anno: visto il successo del libro, il film si preannuncia un vero e proprio evento.

Non desta meraviglia quindi che la DC abbia deciso di mettere sotto contratto Card, in modo da fare uscire un progetto di alto profilo proprio quando l’hype del film avrà pompato a dovere il nome dello scrittore. Una mossa commerciale che, se ben eseguita, ha degli effetti benefici a cascata, in casi come questi.

Per garantirgli la giusta visibilità, la DC ha deciso di inserire Card in un progetto molto ambizioso, un’antologia chiamata Adventures of Superman (qui maggiori informazioni), di cui Card scriverà alcuni capitoli (i primi due, sicuramente, sono pianificati per aprile).

E qui le cose iniziano a complicarsi: perché, oltre a essere un apprezzato scrittore (è stato il primo autore a vincere i premi Hugo e Nebula per due anni consecutivi!) Card è anche un noto attivista anti-gay. E non si parla semplicemente di un conservatore “hardcore” (come Ethan Van Sciver, per esempio): Card è una figura di primo piano dell’organizzazione nota come National Organization for Marriage, un gruppo para-religioso attivo contro i matrimoni fra persone dello stesso sesso. La NOM è un’organizzazione molto aggressiva nel negare quella che negli Stati Uniti è chiamata “marriage equality”: è stata capace di fare lobby e far sostituire tre senatori democratici dello stato di New York, accusati di avere fatto passare una legge pro-unioni gay.

A latere, Card è autore di vari scritti nella migliore delle ipotesi molto fraintendibili, come quello in cui, nel 2008, invitava il colpo di stato contro i “giudici-dittatori” (autori della “fine della democrazia in America”) che avevano stabilito il diritto costituzionale del matrimonio fra individui dello stesso sesso.

In un altro “celebre” articolo, lo stesso Card, in maniera abbastanza delirante, affermava che le leggi contro gli omosessuali dovrebbero essere “usate quando necessario per mandare il chiaro messaggio che a coloro i quali violano apertamente le regole del comportamento sessuale non può essere permesso di rimanere cittadini che accettabili e uguali agli altri, in quella società”.

Ovviamente, non è passato molto tempo prima che si scatenasse il putiferio: appena il nome di Card è stato rivelato, la comunità fumettistica gay (ma non solo) è insorta, richiedendo il licenziamento dello scrittore. La storia è stata abbondantemente coperta a livello mainstream dagli osservatori più attenti, come New Yorker, Guardian e Huffington Post.

Al momento, circa 8000 persone hanno firmato una petizione online che chiede alla DC di rescindere il contratto con Orson Scott Card. Un distributore di Dallas, Zeus Comics, è stato il primo ad annunciare che non ordinerà l’edizione stampata del fumetto, distribuito prima in versione digitale e poi in cartaceo.

Il comico Michael Hartney ha scritto una lettera aperta alla DC, in cui afferma: “C’è una differenza fondamentale fra l’avere una visione politica conservatrice e l’essere attivamente una forza di bigottismo e odio. E Card non è altro che questo.”

Lo scrittore di fantascienza David Gerrold, apertamente omosessuale, tramite il proprio profilo Facebook, ha chiesto alla DC di bilanciare la decisione di “ingaggiare uno sceneggiatore… che ha apertamente manifestato la propria opposizione all’uguaglianza dei diritti per la comunità LGBT” dando la possibilità a uno sceneggiatore apertamente omosessuale di scrivere una storia di Superman per un episodio futuro”. Gerrold non nuovo al medium fumetto e con una carriera di prestigio alle spalle (ha anche lui vinto i premi Nebula e Hugo) si è così indirettamente candidato.

Per ora, la DC ha risposto alla sollevazione con una dichiarazione (ma solo alla Fox News Radio, in pratica) che dice: “Come creatori di contenuti, supportiamo strenuamente la causa della libertà di espressione, anche se la visione personale degli individui associati alla DC Comics è proprio questo – una visione personale – e non quella dell’azienda”.

Fin qui i fatti. E ora iniziano le domande:

1) Perché ingaggiare uno scrittore così fortemente legato alla causa anti-gay come Card, dopo una stagione di messaggi gay-friendly nelle testate DC?

2) Se Card, come probabile, userà i soldi guadagnati per finanziare la NOM, dove è il confine fra la libertà di espressione e l’azione diretta contro i diritti dei gay?

3) Card ha scritto: “Coloro il cui scopo è la ‘tolleranza’, e che insistono che contro di loro non si usino parole orribili come ‘fr%&$o’, hanno trovato una parola esattamente analoga (‘omofobo’, N.d.T.) da usare come arma, nella loro virulenta intolleranza verso chi disapprova il loro comportamento o la loro agenda politica”. Al di là delle vedute estremiste di Card (che equipara l’atto della sodomia alla bestialità), invocare un boicottaggio verso gli episodi di Adventures of Superman scritti da Orson Scott Card (o addirittura verso tutto il fumetto) non dà a chi la pensa come lui ulteriori “prove” che chi ha chiesto boicottaggi non sia un intollerante?

4) Card ha scritto in precedenza (2005 e 2007) due serie di Ultimate Iron Man per la Marvel, senza suscitare lo stesso vespaio di polemiche di Adventures of Superman. Al di là del discorso dell’allora periodo di “infanzia” di Facebook e Twitter, il problema era al tempo percepito in maniera diversa? Perché?

5) Alcuni commentatori di orientamento pro-gay hanno ripiegato sul fatto che Card non farebbe onore ai valori rappresentati da Superman. È un argomento valido, quello di chiamare in causa l’essenza di Superman?

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25 risposte a “L’affaire Orson Scott Card

  1. Dopo Dave Sim…

  2. Marco Pellitteri

    Prima di sollevare questo vespaio non sarebbe il caso di aspettare l’uscita delle storie scritte da Card? E in ogni caso, diciamo che a me non piace il gelato alla vaniglia e sono fermamente convinto che dovrebbero essere chiuse le gelaterie. Non posso scrivere storie di fantascienza?
    Avviare una petizione affinché un editore non assuma qualcuno è una mossa sbagliata sotto tutti gli aspetti… La posizione di Card è estrema, intollerante e quant’altro, ma è il gioco della democrazia, baby. Se non ti piace, sono cazzi tuoi…

  3. Concordo. Non dovremmo leggere Celine (antisemita), Pessoa (massone…vabbè, la sua posizione è più articolata ma semplifico), Heinlein (militarista e imperialista, nonché, in alcune fasi, cantore della superiorità della razza bianca…anche qui è più complesso ma vale quanto detto sopra), Hemingway (cacciatore e machista…ma a non leggerlo non si farebbe una lira di danno) e chissà quanti altri.

  4. Troppo bordello per nulla. Aspettassero l’opera e poi la contestazione se fondata avrebbe senso. Informare le persona sulle posizioni “inaccettabili” dell’autore è giusto, ma boicottare un fumetto (che poi si stratta di una storia spalmata su due numeri digitali che sono una ventina di tavole in formato “iPad”) solo per le posizioni dell’autore è assurdo.
    Comunque le mia visione è che alla DC non si aspettavano tutto questo clamore per questa news, del resto come scrittore è ben noto e appunto come ricordi nell’articolo non ci furono polemiche per Ultimate Iron Man alla marvel. Sul confine fra la libertà di espressione e l’azione diretta contro i diritti dei gay, beh loro pagano l’autore non la sua fondazione. E’ un discorso un po’ appiccicato con lo sputo. Il terzo punto è uno di quei discorsi talmente sofistici di Card che alla fine risulta ridicolo. L’omofobia non è un termine per insultare chi ha credi religiosi di un certo tipo o sensibilità diverse. E’ una altra cosa.

    Comunque un bell’articolo che spiega a fondo la cosa, spiegando bene chi è Orson Scott Card perché leggendo i media mainstream (ma pure alcuni specializzati) sembra che la DC abbia assunto un attivista omofobo per scrivere un fumetto omofobo.

  5. Orlando Furioso

    Vecchia scuola di pensiero, la mia.
    E me la tengo stretta.
    Il contenitore è il contenuto.
    Celine, Pessoa, Heinlen ed Hemingway sono morti e il giudizio sulle loro idee ha un valore assolutamente diverso, e a mio parere viaggia su ben altri parametri, da quello sulle idee di un odierno mormone (o cattolico o nazista o…) non solo omofobo, ma che combatte attivamente contro la “minoranza” glbtqt (il virgolette sul “minoranza” significa il mio non accettare questo tipo di categorizzazione).
    Le mie priorità, magari banalmente, sono altre che non godermi un buon fumetto scritto da uno scrittore omofobo.
    A ognuno, giustamente, le sue.
    Saluti.

  6. Orlando Furioso

    …sapete, quello qui sopra era il mio commento “tollerante” (vi piace il termine?)
    Quello vero, quello di pancia, è il seguente:
    ho abbastanza nausea per quelle posizioni per le quali “tutto va bene” purché l’opera (fumetto, disco, libro, film) mi faccian passare qualche ora di godimento.
    Mi piacerebbe (si fa per dire…) che la DC Marvel Image Bonelli chi ca**o volete, assumesse uno scrittore che dichiaratamente e orgogliosamente fa parte di un gruppo che sostiene il concetto dell’inferiorità della donna o della pedofilìa.
    Poi, mi piacerebbe (si fa sempre per dire) leggere i commenti di coloro che “eh ma quante storie”, “eh ma insomma ognuno ha le sue idee”, “eh ma che palle allora non si può più dire niente”, “eh ma l’importante è che sia un bel fumetto”, “eh ma non si può giudicare prima di vedere”.
    Perché davvero siamo nel momento in cui “niente importa”,

  7. Pingback: Grande Rete! Scandalo fumettistico

  8. Io sto con Orlando Furioso. Il paragone con i gusti del gelato è da brividi. Saluti!

  9. grazie per il pezzo semmpre bello e lucido, e ok stiamo con Orlando Furioso! Sì… poi i modi sono articolati e complessi, e più che divieti occorre capire le libertà cosa sono, se libertà di gusti (non da gelataio) o gusti che lottano per vietare agli altri le loro scelte… ecco. sempre questioni di libertà e morale.

  10. la verità è che comunque, Nebula e Hugo permettendo, Orson Scott Card è uno scrittore mediocre.

  11. Per me il punto importante è il due: Card non è solo un omofobo. In quel caso la sua posizione sarebbe più difficile da analizzare. Card è uno che usa la propria posizione per fare opera attiva anti-unioni gay. Quindi secondo me è praticamente impossibile parlare di separazione fra uomo e opera. Detto questo, le chiamate alle armi mi disturbano, sempre. Anche contro i bigotti omofobi.

  12. Orlando il punto non è “tutto va bene purché l’opera diverta”. E’ purché l’opera sia accettabile: ovvero se c’è anche un sentore omofobo nell’opera quella è da censurare in toto!
    Dico aspettassero che esca almeno.
    Qua non dico che le idee dell’autore devono essere diffuse, le sue idee fanno schifo e sono totalmente incondivisibili.
    Poi il problema non è la casa editrice che assuma questa gente ma è la società che gli lascia dire quello che cazzo gli pare.
    Poi se le posizioni dell’autore sono inconciliabili con la separazione uomo/opera perché figura di spicco di un gruppo omofobo attivo, questo francamente non lo so.
    Ma tutto questo clamore non fa altro che dargli pubblicità a lui e alla sua organizzazione del cazzo come quando Giovanardi spara puttanate subito riprese da tutti mentre quello che si merita è l’isolamento.

  13. Mi scuso per la brevità del mio intervento precedente: di fretta, in ufficio, ma davvero la cosa dei gelati oh, che posso farci, mi è sembrata di un cattivo gusto, ma così cattivo, che qualcosa dovevo dirla.
    Sull’argomento, pour parler e senza voler dire “io ho ragione voi torto”, vorrei approfondire due cose.

    La questione Orson Scott Card e Dave Sim è profondamente diversa. Basti dire che Dave Sim, che comunque tra i suoi mille limiti è riuscito a sfornare un capolavoro inossidabile del fumetto contemporaneo, è uno che quello che aveva da dire l’ha detto sempre a spese proprie, autoproducendosi, e sempre assumendosene le responsabilità, tanto da rimanere ancora oggi ghettizzato dal comicdom statunitense.

    Che, e qui lo tiro fuori prima io che è diventato lo slogan per giustificare ogni corbelleria razzista del moderno, è vero che Voltaire ha detto quello che ha detto e che certo, ognuno ha il sacrosanto diritto di esprimere la propria opinione e certamente mi batto perchè così sia, sempre e ovunque. Il passo successivo però dovrebbe essere assumersi la responsabilità, della propria opinione, se vale qualcosa. Se la DC comics con i suoi personaggi gay è in odor di corruzione dell’umanità “giusta”, sarebbe proprio Card a doversi rifiutare di scrivere per loro, conseguentemente al suo pensiero.

    Chè appunto: la libertà di opinione nessuno la toglie a nessuno, ma che questa – opinione razzista – debba essere veicolata attraverso Superman… bè, è un salto logico che non mi sta bene.

    Rimanendo ai punti proposti da Conversazioni:

    1) Perchè da un lato e dall’altro, dai personaggi gay agli scrittori omofobi, nella mancanza di una società civile e opinione pubblica degne di questo nome quel che importa per un colosso come Warner è niente più e niente meno che “far parlare di sè”. Con ogni mezzo necessario. Gay e omofobi, in quest’ottica, sono esattamente la stessa cosa.

    2) Quella di Card è “azione diretta”. Sfrutta appunto una piega della corsa al venduto della DC Comics: lui serve a loro per far parlare di questa storia di Superman, loro servono a lui per fargli ribadire il suo messaggio sfruttando il codazzo polemico.

    3) Card definisce “bestie” e “pedofili” (e la pedofilia, si sa bene, è cosa ben più da etero che da omo) una fetta consistente della popolazione umana mondiale. Non lo fa da un giornale parrocchiale, ma sfruttando il palcoscenico internazionale di Superman (attenzione: non sto dicendo che in Superman affronterà il tema. Ma inequivocabilmente quel palco gli è opportuno per un rilancio delle sue idee). Soluzioni non ne ho, ma credere che chi desidera un mondo migliore gli dica pure grazie mi sembra eccessivo.

    4) Da quanto ho letto a spasso sull’argomento – ma non ho letto gli Iron Man in questione – sembra che il suo messaggio dalla lettura del fumetto venisse fuori eccome. Qua chiedo a chi ne sa più di me se conferma o meno. Sinceramente non lo so proprio. Per il resto sì: i social network hanno cambiato tutto nella percezione di questi processi, e in brevissimo tempo.

    5) Superman è un icona che appartiene all’immaginario di una nazione. Un icona che tende a rappresentare il meglio di quella nazione. Da questo punto di vista, un Superman contro la diversità, un alieno razzista… sì, sarebbe un ossimoro per le proprie regole caratteristiche interne alla narrazione. IMHO ovviamente. Ma sinceramente dubito che gli permettano di far dire a Superman qualcosa di diverso da “vogliamoci bene tutti”.

    Sul mio conciso, che ribadisco, “io sto con Orlando”: tra maggioranza che opprime e minoranza che si esprime io starò sempre con quest’ultima. Non mi importa se un etero non si sente offeso da Card, perché dovrebbe esserlo? Se un gay lo è, tendo naturalmente a difendere il suo diritto a non essere offeso. Dalle pagine di Superman, mica del giornalino di quartiere.

    Besos!
    c.

  14. Orlando, capisco il tuo disgusto, il tuo esprimerti “di pancia”. Lo condivido e lo approvo, ma non posso sostenere tutto il tuo ragionamento. Certo, io ho semplificato molto una questione che in realtà è più complessa. C’è da aggiungere che la DC non è un’azienda privata qualunque, che è una multinazionale capace di influire (ancora capace?) sull’immaginario mondiale e che aziende così grandi hanno delle responsabilità etiche diverse da piccole case editrici, che so, monofamiliari. A questo punto, però, e qui rispondo a nuvoleonline, la responsabilità non è solo della DC e simili. Sim si è autoprodotto, vero, ma è stato distribuito. I distributori sono più importanti delle case editrici, da molti punti di vista, perché sono quelle che permettono al pubblico di arrivare all’opera. Allora dovremmo attribuire una responsabilità, che so, alla Black Velvet, in Italia, che sta ristampando e distribuendo le sue opere? Io non credo. Orlando, il contenitore è il contenuto, sono perfettamente d’accordo, ma il discorso, a differenza di quello che dici tu, non è vecchio ma è molto attuale. Ma qui non si parla di contenitore e contenuto (il machismo insito nelle storie dei supereroi, al di là del messaggio ecumenico che sembrano trasmettere, o la visione popputa ed esposta che questi offrono delle donne, nonché il concetto di giustizia fai da te da sempre promosso non sono, storicamente, più gravi di questa breve e strumentale vetrina che offre Orson?) ma della libertà di espressione. Io credo, semplicemente, che le idee espresse siano meno pericolose di quelle citate perché contro quelle espresse ci si può indignare. Quelle nascoste sotto il tappeto sono come la polvere, prima o poi crescono di volume e riempiono la casa. Cito il caso, a me caro, di Dante Virgili, un uomo, uno scrittore anacronistico, un nazista che cercava di fare il proprio lavoro nell’Italia del secondo dopoguerra, le cui case editrici erano largamente dominate (giustamente, eh) da intellettuali che venivano dalla resistenza. La sua è una storia di uno sconfitto, di un nostalgico fuori tempo, ma anche di un nichilista che io ho voglia di leggere (nonché di un narratore sperimentale di per sé molto interessante). Voglio conoscere le sue opinioni per conoscere meglio le mie o, anche, per strutturare meglio la mia indignazione in ragionamento. Le opioni degli sconfitti e degli avversari vanno conosciute il più possibile e mai taciute. Penso solo questo

  15. @Andrea: se ti è sembrato che il mio commento fosse in qualche modo favorevole alla censura l’avro scritto male, che dire. Io non dico che “le opinioni degli sconfitti e degli avversari” (razzisti in questo caso, non un gruppo di vegani integralisti) non vanno conosciute. E’ l’opportunità che questo avvenga da un palco come Superman che mi lascia qualche dubbio.
    Su Sim: non collaboro più con Black Velvet, ma su Cerebus l’idea era di inserire degli articoli di approfondimento sui punti di vista dell’autore e le polemiche generate, quando si arriverà ai volumi coinvolti. Proprio perché “conoscere” è diverso da “diffondere propaganda”. Per il resto mi sembra pure che siamo d’accordo. Besos!

  16. Ah, non sapevo del tuo passato coinvolgimento in Black Velvet. Specifico solo perché non vorrei che la cosa potesse sembrare un “attacco” personale 🙂

  17. Maffigurati 😉 Saluti!

  18. Marco Pellitteri

    Insomma, morale della favola, mi pare di aver capito, è che tutti siamo d’accordo sul fatto che lascino Card libero di scrivere le sue storie in modo che, se vi saranno rilevati contenuti omofobi, saremo in grado di indignarci e di criticarle. E forse siamo anche d’accordo sul fatto che egli abbia facoltà di dire le sue stronzate contro gli omosessuali e di condurre le sue campagne diffamatorie e di disinformazione, dato che in un sistema democratico altri hanno poi la possibilità di controbattere con altrettante campagne di controinformazione. Quindi, se ho capito bene, tutti siamo d’accordo sul fatto che portare avanti una petizione per non far scritturare Card dalla DC sia tecnicamente fattibile (ognuno è libero di mettere la firma dove gli pare), ma suppongo che nessuno di noi speri che la DC ceda a questo tipo di messaggio collettivo, dato che creerebbe un precedente come minimo fastidioso rispetto alla libertà d’espressione.
    Ergo, Nuvoleonline, il mio esempio, gettato lì rapidamente (ne avrei potuto usare un altro qualsiasi, a caso, non ci sono significati oscuri in quel semplice esempio, spero tu non vi abbia visto simbologie di qualche tipo perché non ce n’erano), ti avrà fatto ribrezzo ma alla fine stiamo dicendo tutti la stessa cosa con parole diverse. Io scrivo dalla Germania, dove vivo da cinque anni e dove il clima sociale è molto sereno. Il che ha effetti benefici anche sugli stranieri che ci vivono, come me. Ogni volta che torno in Italia rimango però allibito dal nervosismo esplosivo, continuato e indomabile, che alligna ovunque e che impedisce alle persone perfino di distinguere gli amici dai nemici, le persone con la stessa opinione da quelle con un’opinione diversa. Si cerca sempre di criticare l’altro per i motivi più disparati, con un’aggressività, anche sottile, molto polemica ma sterile, dovuta al clima esasperato che si vive; e uno di questi motivi, fra i più ridicoli, è che vogliamo trovare nelle parole dette da qualcun altro qualcosa di brutto e negativo anche se le sue intenzioni sono analoghe alle nostre e se il concetto che ha espresso in fondo è lo stesso o comunque è dalla parte della nostra opinione. Qui mi pare stia avvenendo la stessa cosa. In questi commenti non ho visto opinioni contrastanti. Forse però alcuni di voi hanno l’impressione che si stia conducendo un contraddittorio. Invece stiamo dicendo tutti la stessa identica cosa. Dovremmo, almeno in questo caso, rallegrarcene…

  19. Per quello che mi riguarda boh, sarà che scrivo male, ripeto, ché tutta questa aggressività in quanto ho scritto non la vedo. Quel paragone con i gelati l’ho trovato eccessivo, l’ho detto, apposto: discutere è anche dire le cose su cui non si è d’accordo, no? Mica t’ho detto “stronzo”, t’ho detto che quella frase non m’è piaciuta, c’è differenza eh :-D?
    Per me se qualcuno promuove una petizione verso la DC comics contro la scrittura di Card di un paio di numeri di Superman ha tutto il diritto di farlo e non ritengo sbagliato aderirci. Una improbabile “vittoria” di questa opzione secondo me sarebbe una lieta vittoria di un pensiero civile contro una mossa di mercato spregiudicata e inopportuna di una grande major, non un pericolo per la libertà di espressione. Questo non significa che voglia azzannare alla gola chi è contrario, però 😉
    Alla base di tutto ciò c’è questo relativismo moderno che sì, non mi appartiene: tra chi opprime e chi aspira alla libertà io sto sempre con i secondi, non penso che ogni opinione sia “uguale”, anche se ogni opinione ha il diritto di essere espressa.
    Oh, se poi dobbiamo sostenere per forza tutti le stesse opinioni se no c’offendiamo famo a meno di partecipare a dibattiti, no?
    Davvero, senza aggressività 😀
    Besos!
    c.

  20. Un’azienda, a meno che non si dimostri che Card userà la DC per inviare messaggi omofobi, giustamente può assumere chi crede utile a vendere il suo prodotto; idem chi ritiene che la cosa sia scandalosa può giustamente protestare per questa cosa,

    Detto questo non ho mai letto nulla di Card quindi non so se sia degno di attenzione come disegnatore o meno

  21. Davvero c’è qualcuno che pensa alla censura come il modo migliore per impedire la diffusione del pensiero? Se così fosse, la democrazia non esisterebbe.
    La libertà di pensiero e di espressione è indispensabile, nel caso specifico, proprio a tutti quegli individui attaccati e offesi da un tizio che pensa di vivere ancora nel 1400.
    Indispensabile perché il pensiero che circola liberamente, può essere conosciuto, controllato, ribattuto, combattuto. Quello clandestino, invece, produce spesso violenza e distruzione.
    La libertà è sempre la via migliore.

    Francesco Palmieri

  22. Cesare J. Lievich

    Articolo molto ben scritto, mi rattristano un po’ i commenti (in Italia, senza scomodare Celine, vengono pubblicati libri di Giuliano Ferrara, ma anche di cardinali e altri uomini pubblici apertamente ostili alle “minoranze” e nessuno si sogna di dire che non dovrebbero pubblicare: basta lasciare i loro squallidi libri sugli scaffali). A Orlando posso dire che la Bonelli sembra assumere esclusivamente sceneggiatori che sono attivi per i diritti di donne, gay, ambiente etc e la qualità media delle storie (prendi un qualsiasi DD dal 100 in poi, tranne 2-3 eccezioni) è vomito. Altro esempio: 300 di frank miller (notorio razzista) sembra avere come messaggio che i deboli sono esseri inferiori. Messaggio orribile, fumetto più che apprezzabile. Se Orson Scott Card odia i gay e vuole impedire i loro matrimoni con i soldi della DC vuol dire che è una persona umanamente terribile e se mai lo incontrerò non gli chiederò l’autografo. Ma non toglie un briciolo di valore ai libri e ai manuali che ha scritto.

  23. No, qui il problema è un altro. Il problema è se io, che mi compro Superman, indirettamente finanzio la NOM.
    In questo senso, il boicottaggio mi pare più che legittimo e fuori da discorsi come i gusti dell’autore. Anche io mi sono letto Frank Miller e Heinlein, apprezzandone lo stile, per quanto siano distanti anni luce dai miei valori e dai miei orizzonti culturali. La differenza è che, almeno per quanto ne sapevo, comprando le loro opere non stavo finanziando organizzazioni nazistoidi.
    La censura non c’entra nulla.
    E scusate se arrivo a commentare l’articolo tardissimo, ma stavo cercando roba su Card e mi ci sono imbattuto.

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