Conversazioni con LAPIS NIGER

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Continuiamo le nostre conversazioni  non convenzionali, almeno nell’intento, con disegnatori della più diversa ispirazione. Dopo Leomacs (trovate l’intervista QUI), cambiamo completamente atmosfera: è il turno di Matteo Palma, aka Napo, voce degli Uochi Toki (duetto tra i più interessanti e autentici della scena hip-pop attuale), ma soprattutto, per quello che ci riguarda, aka Lapis Niger, il nome carico di storia e significato che adotta quando disegna. Il suo fumetto d’esordio, “Piano Immaginario”, del 2011,  ci ha colpito non solo per l’efficacia della sua scrittura (già apprezzabile nei testi delle sue canzoni), ma per l’ispirazione potentemente surreale del tratto.
Anche per lui, dunque, più che meritato l’omaggio di maicol&mirco in apertura.

Ecco la nostra conversazione:

CONTE ZARGANENKO Tu vivi questa doppia anima di artista, fumettista e autore/cantante degli Uochi Toki. Quali differenze trovi nell’ispirazione, nella forma e nelle possibilità d’espressione nelle due differenti arti?

LAPIS NIGER La differenza fondamentale tra disegnare come Lapis Niger e scrivere per gli Uochi Toki, è che nel primo caso disegno da solo e nel secondo lavoro in gruppo. Questo non vuol dire che scrivo i testi a 4 mani con Rico, c’è una divisione dei compiti, tuttavia c’è un confronto continuo e incessante che permette di alzare sempre il tiro. Ovviamente questo significa che, anche nel pieno della libertà di scrittura, alcune cose le devo accantonare, mentre disegnando posso permettermi di arrivare al limite del rappresentabile. L’inconveniente del disegnare da solo, senza nemmeno un collettivo di riferimento, una crew, un editor o una banda con cui andare a seminare il terrore nelle rassegne di fumetti, è che la mia produzione è rallentata e subordinata a una marea di eventi, fattori, lavori di bricolage, presenza di ospiti, concerti, sessioni di cucina, videogiochi eccetera.
Per tutto il resto non trovo differenza tra il mio scrivere e il mio disegnare.
Che poi “miei” di fatto non sono.

 

 

CZ Quali sono le tecniche che usi principalmente per disegnare?

LAPIS NIGER Sono molto essenziale da questo punto di vista. Penne e pennarellini varii per i contorni (qualche volta anche pennino e china) e campiture a china data con pennelli inadeguati, il tutto su fogli a4 da fotocopiatrice oppure nei casi di illustrazioni grosse prendo un bristol un metro per settanta centimetri ed esplodo.Il tutto viene poi scansionato e al massimo ottimizzo i neri, incollo qualche parte disegnata su altri fogli, campisco qualche nero che richiederebbe troppo tempo (la china costa). Per i disegni in studio è tutto qui. Ma questa è la punta di un iceberg, di fatto una persona che disegna non disegna solo quando si mette con la matita di fronte ad un foglio, dato che il disegno sta principalmente nell’occhio e solo in parte nella mano. Un giorno troverò una tecnica per esportare i sogni direttamente dalla testa e in quel momento l’idea di disegno trascenderà.

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CZ In tutte le tue manifestazioni artistiche, appari come una personalità traboccante e vorace (di stimoli, di spunti, di ricerca). Quale è per te il rapporto (metaforicamente) tra creazione artistica e “fame”?

LAPIS NIGER Questo è un discorso molto ampio che andrebbe discusso, non trascritto. Comunque provo a fare una sintesi sempre sulla metafora alimentare utilizzando le parole che ho appreso da una mia amica piratessa che aveva appreso da una sua insegnante che a sua volta doveva aver appreso da qualcun altro e alla fine questo sottende che il sapere circola e che la fonte non è mai la fonte eccetera. No, ecco, dicevo queste erano le parole:

«Immagina di vivere in un mondo dove sembrano esistere solo i crackers. Ad un certo punto scopri l’esistenza della torta. Dopo aver assaggiato una torta è difficile tornare al cracker ma continuando a mangiare solo la torta ad un certo punto essa diventerà cracker».

E’ per questo motivo che non riuscirei mai a disegnare come lavoro, non voglio innestare in chi fruisce una necessità di torta o di cracker solo perché voglio mangiare torta tutti i giorni. Anche perché mangiare torta tutti i giorni mi porterebbe ad odiare la torta, ed io amo la torta così tanto da non volerla mai odiare.
Di fatto ciò che di mio può essere visto come traboccante e vorace è ancora al livello di semplice cracker.

 

 

CZ Sarei un’ipocrita se ti dicessi di essere un fan dell’hip-pop o del rap. I miei gusti relativi alla musica moderna sono molto tradizionali, ben riassunti in un noto pezzo di Elio (“Il Rock’n roll”). Ma oggettivamente i vostri testi sono molto interessanti, con dei lampi di notevole riflessione. Mi hanno colpito ad esempio i versi de “Il necromante”: “Io studio la terra e i suoi segreti, l’interazione tra elementi, il suono di insetti nei deserti, che voi chiamate demoni e che in realtà sono fenomeni naturali offuscati da racconti antichi ricoperti di significati che non sapete spiegare, facendo della morte icone, vedendo nella morte il male, dicendo della sorte infame, chiudendo il misticismo in chiese. Il rituale è vivere, niente a che vedere con messe bianche o nere.”

E verso la fine chiosi: “Le mie ricerche violano le tue ricette del vivere.” Altrove dici: “Tenere l’etica in un libro mi fa abbastanza schifo”. Considerato questo approccio, per intenderci, di “mistica naturale”, in che modo esso gioca nella tua poetica e ispirazione? E quale invece il rapporto che hai con la tecnologia come supporto alla tua creatività?

LAPIS NIGER La tecnologia non si contrappone alla natura, la tecnologia è compresa nella natura.
La natura non sono solo gli alberi, un prato verde e le api sui fiori. La natura è tutto. La mia poetica non sarà mai abbastanza evoluta da poter rendere l’idea di questo e per questo motivo l’ispirazione mi arriva da qualsiasi fonte. E, no, il discorso immediatamente successivo a questo NON E'”dio esiste”. Dati questi estremi apparentemente inconciliabili, usare la penna ottica e pubblicare le tavole su internet è solo un metodo diverso dal pubblicare un libro di fumetti. Il disegno conduce il concreto all’astrazione. Arrivati a questo punto del ragionamento mi chiedo “allora perché ho scelto proprio di pubblicare un libro su carta?” Forse lo scoprirò se riesco a pubblicarne un secondo…

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CZ Da romano non posso non farti questa domanda. Il Lapis Niger è un sito archeologico, da alcuni identificato con la tomba di Romolo, sul quale campeggia un divieto sacro: “Sia maledetto chi violerà questo luogo”. Perché hai scelto questo nome? Sembra quasi delimitare uno spazio immacolato per l’espressione della tua intima ispirazione, ma forse sono mere speculazioni…

LAPIS NIGER Da apolide posso dirti che sei il primo a farmi questa domanda. Il Lapis Niger è un cippo di pietra nera posto sulla tomba di Romolo ed è il primo documento sul quale sono riportate scritte in lingua latina. So bene che la nostra lingua attuale non è una e non deriva solo dal latino, ma anche dal greco, dal sanscrito e che acquisisce giorno dopo giorno parole da altre lingue, tuttavia mi piaceva l’idea di un oggetto di forma parallelepipedica campito di nero che potesse generare il liguaggio. E’ un po’ la funzione del monolite in 2001 odissea nello spazio. Anche qui faccio un disclaimer perché non si sa mai: anche se oggi esistono alcuni gruppi di persone che, tramite dimostrazioni storiche più o meno valide, erigono a stemma delle loro ideologie i principi,i fatti, i personaggi e di conseguenza l’idioma collegato alla cultura dei latini di epoca imperiale e repubblicana, questo non vuol dire che sul piano immaginario (ma anche su quello reale, dai) io non possa fare tutte le letture revisioniste che voglio e armonizzarmi con il latino senza sporcare penne e lingua di nazionalismo o altri bassissimi inchiostri correlati.

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CZ Nei tuoi testi che nelle opere grafiche traspare una certa ricchezza culturale, sia nei riferimenti che nello stile. In un brano canti: “Si percepisce leggendo i fumetti, che sono meglio dei libri.” Quale secondo te la peculiarità, l’arma in più del medium fumetto rispetto ad altre forme di espressione?

LAPIS NIGER Questo dipende esclusivamente dall’immaginario dell’autore di fumetti, libri, film, videogiochi o cartoni. Di per se le caratteristiche tecniche del fumetto sono equivalenti a quelle degli altri media. Gli autori di fumetti sono semplicemente, in media, più liberi. Non devo fare mai troppi sforzi di ermeneutica per capire cosa ci sia nella testa di un autore di fumetti, perché tutto ciò che è possibile sapere è sotto i miei occhi. Certo, questo succede anche con alcuni libri, ma vogliamo mettere se Calvino avesse fatto un fumetto di “Le città invisibili”? O la graphic novel di “Così parlò Zarathustra”?

CZ Ne “Il Piromane” canti: “non è vero che non so fare niente, è solo che imparo più velocemente giocando che leggendo un libro.” Quanto, secondo te, il senso del gioco è collegato alla conoscenza e alla creazione artistica?

LAPIS NIGER Nel mio caso è collegatissimo. Per fare un libro di fumetti impiego almeno cinque titoli dell’xbox (sarà forse per questo che ci metto così tanto a fare un libro)! Per la conoscenza è diverso, essa va considerata come un gioco per non scadere in drammi e nei binari morti dell’indignazione. La volontà va nutrita di qualcosa ed essa restituisce eventi che dipendono dal nutrimento che le è stato somministrato. Provate a nutrire la vostra volontà di professionalità, di furbizia o di studio matto e disperatissimo e vedrete come cambia il risultato.

2 risposte a “Conversazioni con LAPIS NIGER

  1. io ho provato a fare le illustrazioni di Così parlò Zarathustra
    http://www.behance.net/gallery/Also-sprach-Zarathustra/10672233

  2. Pingback: M x a - Musica per addiction - Scuola Lacaniana di Psicoanalisi del Campo Freudiano