Conversazione con Paolo Bacilieri

di Andrea Queirolo

Questa bella conversazione con Paolo Bacilieri è frutto di una chiacchierata via Skype nei giorni 16, 17 e 18 novembre, in seguito editata. Ringrazio Paolo per la sua disponibilità, è stato un piacere parlare con lui e spero che piacerà anche a voi leggere quanto è stato detto.

andrea queirolo: Ciao Paolo, ci sei?

Paolo Bacilieri: Sì.

Paolo Bacilieri: Ciao Andrea. Sono pronto

andrea queirolo: Ok, se ti va partirei dall’inizio, e ti chiederei il perchè hai scelto di fare fumetti e da dove è nata questa passione.

Paolo Bacilieri: Il dove lo collocherei in quella vasta offerta di fumetti che si potevano avere in Italia, anche nel paesino dove son cresciuto in alta Valpolicella, Veneto, negli anni settanta. Sono stato un lettore avidissimo e precocissimo, dice la mamma, e ben presto ho cercato di riprodurre da me i miei “preferiti” su delle risme di carta bucherellata (allora non c’erano computer) che mio padre portava dall’ufficio. Il perchè nn mi è del tutto chiaro. La risposta più comoda poterbbe essere: non so fare nient’altro. Forse il fatto di crescere in un luogo remoto, modesto, con poche attrazioni mi ha permesso di vedere in questo mondo cartaceo dei fumetti qualcosa di meraviglioso…

andrea queirolo: Già il Veneto occupa un posto in primo piano nei tuoi fumetti, sei rimasto molto attaccato alla tua terra…

Paolo Bacilieri: In realtà lo sono più ora forse che vivo a Milano…

andrea queirolo: Quindi parlare del Veneto nei tuoi fumetti è anche un modo per ricordarlo…

Paolo Bacilieri: Sì, certo. Anche perchè come altri luoghi “organici” ha subito in questi anni una trasformazione radicale, drammatica sia esterna che “spirituale”. Mi pare importante ricordare com’era.

andrea queirolo: Certo, comunque, come è stato il tuo inserimento nella professione vera e propria? Si sa che hai fatto un apprendistato con Manara, come ricordi quel periodo?

Paolo Bacilieri: Apprendistato è la parola esatta, ne ho un ricordo positivo. Manara fu davvero generoso, come Cimabue con Giotto! Mi portò con sè a Lucca nel 1982 mi presentò Pratt, Pazienza (avevo 17 anni) e un sacco di altri autori più o meno importanti (li ricordo tutti!)…forse a quell’età la cosa più importante è vedere qualcuno che fa (e come lo fa) quotidianamente questo mestiere.

andrea queirolo: In effetti hai cominciato mentre in italia c’era Frigidaire e il gruppo Valvoline, da loro hai assimilato qualcosa?

Paolo Bacilieri: Credo di sì. Più forse da Frigidaire che per un giovanotto di provincia aveva un appeal ben maggiore dei Valvoline. Quelli li ho apprezzati di più dopo…al Liceo Artistico di Verona, Pazienza & C erano il non plus ultra anche per molti miei compagni e compagne di scuola.

andrea queirolo: Forse per i giovani erano più immediati…

Paolo Bacilieri: Assolutamente, e disturbanti, quando non intimidatori. Non si erano mai viste cose così. Noi brat di classe media cresciuti a fumetti eravamo il target perfetto per “loro”…

Copertina dell’edizione francese di “Barokko”

andrea queirolo: Quindi quando ti sei messo a lavorare a Barokko pensavi anche a loro? Cioè Barokko mi è sempre sembrata un opera che “buca il foglio”…

Paolo Bacilieri: Sì, anche a Pratt però, unica ragione credo per la quale mantenni una griglia rigidissima di quattro striscie. Con Barokko cominciai a inserire paesaggi “specifici”, andando a zonzo facendo foto…cosa che poi non ho più smesso di fare.

andrea queirolo: I paesaggi assumo un ruolo importante nei tuoi racconti, a volte si muovono con i personaggi. Mi viene in mente in Zeno Porno, dove si passa spesso dalla città alla vegetazione, o più recentemente nella tua ultima storia di Jan Dix, dove la foresta sembra “viva”.
Cioè mi sembra che il paesaggio sia più di un semplice sfondo nelle tue storie.

Paolo Bacilieri: Senz’altro. E’ spesso uno se non il protagonista, ma si rischia la banalità. Non credo sia una novità. Togli a John Ford la Monument Valley per esempio…no aspetta, resta L’uomo che uccise Liberty Valance, un capolavoro girato quasi tutto in interni! Ho sbagliato esempio.
Comunque sia mi piace ed è una cosa che continuerò a fare credo, lavorare sui “luoghi”, ho appena finito una storiella con Zeno ambientata nel cimitero Monumentale di Milano. Un posto affascinante.

andrea queirolo: Ah ok! Comunque se ben ricordo Barokko fu pubblicato in Francia. Come sei arrivato subito al mercato francese?

Paolo Bacilieri: Ci arrivai tramite Luca Aurelio Staletti, l’agente di Manara e di molti fumettisti all’epoca. Fu Staletti a propormi alla Casterman e a Jean Paul Mougin, allora direttore del mensile (À Suivre), piacquero le mie cose. Sia quelle disegnate con i testi di Mescola e sia poi Barokko. In effetti pubblicai entrambi in Francia prima che in Italia. Andò così.

andrea queirolo: Insomma già allora il mercato francese era più ricettivo di quello italiano…

Paolo Bacilieri: Non ho mai capito molto bene le regole di questa recettività. Era ed è sicuramente più grande.

andrea queirolo: Poi hai cominciato a lavorare con Bonelli, come si è presentata l’occasione?

Paolo Bacilieri: Non è stata immediata la cosa. In mezzo tra l’ultima storia di Barokko e il mio primo Napoleone ci sono stati 5 / 6 anni ntensi.

andrea queirolo: Effettivamente hai disegnato Durasagra e cominciato a lavorare anche su Blue

Paolo Bacilieri: L’ordine è questo: Durasagra, Phonx, SuperMaso, Zeno Porno.

andrea queirolo: Quello che voglio dire è: avresti poi pensato, però, di arrivare alla Bonelli?

Paolo Bacilieri: No. Non ci pensavo proprio…

andrea queirolo: Insomma, hai fatto un percorso articolato, quelle sopra sono quattro opere tutte diverse. SuperMaso per esempio mi ha colpito molto quando l’ho letto, è forse uno dei primi esempio di cronaca fumettistica in italia (passami il termine)…

Paolo Bacilieri: Sì non è la prima volta che mi viene attribuita questa cosa. Non credo sia del tutto vero, altri esempi se ne possono trovare, comunque all’epoca trattare a fumetti fatti del genere era in Italia sicuramente meno “normale”di quanto lo sia ora.

andrea queirolo: Si non era una cosa comune…
Durasagra invece doveva essere pubblicato anche in Francia?

Paolo Bacilieri: Durasagra a Mougin e agli altri della Casterman non era piaciuto proprio. David B. (a differenza del sottoscritto) ricorda che ad Angouleme andai a proporre Durasagra all’Association. Neanche a loro piacque. Fu là che incontrai gli editori che lo pubblicarono poi in Italia. Quelli della R&R che sta per Restauri e Ristrutturazioni, un editore di Matera che da poco aveva cominciato a produrre e pubblicare libri a fumetti. A loro piacque molto, lo presero al volo. Un veneto che trova lavoro in Basilicata. Era il 1994, mi pare.

andrea queirolo: interessante! In realtà però conosco solo l’edizione Black Velvet, non ho mai visto quella della R&R…

Paolo Bacilieri: La R&R smise poco dopo di pubblicare fumetti…

andrea queirolo: Capisco.
Quindi cosa hai cercato di fare con questo volume rispetto a Barokko? Il disegno si fa ancora più preciso, di quel volume mi colpirono molto le anatomie oltre che le vedute archittettoniche.

Paolo Bacilieri: Sì. Il fatto di applicare ad un “museo a cielo aperto” come Venezia il metodo di lavoro messo a punto con Barokko, oltre a quello di viverci, ha fatto sì che entrassi in una sorta di “trip monumentale”. Credo somigliassi ad un tossicodipendente all’epoca anche se la mia droga erano Lotto, Bellotto, Bellini e Piazzetta, Rizzo e Sansovino. Abbandonai la striscia regolare per un decoupage più articolato e cominciai a lavorare anche sul lettering…

andrea queirolo: Certamente il lettering è un altro elemento importante del tuo lavoro…

Paolo Bacilieri: Il lettering è importante sempre…

andrea queirolo: Si, nel tuo caso poi è proprio un marchio di fabbrica…e poi come è nata l’idea di Zeno?

Paolo Bacilieri: Per sbaglio mi viene da dire. All’epoca l’unico editore con ci lavoravo era Coniglio che faceva Blue che erano fumetti porni. La banalissima idea di partenza era quella di voltare lo sguardo di 180° e dare un occhiata a chi il porno lo consuma,lo fruisce. Il nome era programmatico quindi (oltre che musicalmente buono, cosa per me importante): Zeno Porno. Doveva essere un personaggio cupo, un poco come l’Harvey Keitel del “Cattivo tenente”, invece poi subito ha cambiato aspetto e ha preso a vagare…

andrea queirolo: Zeno ti assomiglia anche…scelta stilistica o necessità?

Paolo Bacilieri: Sì. Quando mi chiedono se sono io rispondo no. Sono “anch’io”, semmai.

Bacilieri nei preparativi per la mostra personale a Bologna durante il festival Bilbolbul 2010

andrea queirolo: Zeno racchiude un po il tuo modo di vedere certe cose?

Paolo Bacilieri: Certo. Tuttora lo uso spesso, è come un paio di scarpe comode…il nome nn ha più molto senso ma per la disperazione della mia mamma lo mantengo…

andrea queirolo: Ahah 🙂
Mi ha sempre incuriosito quando Zeno parla dei remake delle storie Disney. Quale è il tuo rapporto con queste?

Paolo Bacilieri: Naturalmente prima di tutto mi piacciono. E mi piace questa cosa del lavorare su personaggi fissi immutabili come quelli Disney. Succede solo da noi in italia, credo…

andrea queirolo: Già, quindi si può dire che in parte con Napoleone hai raggiunto un tuo scopo?

Paolo Bacilieri: Ovvero?

andrea queirolo: Hai potuto lavorare su un personaggio non tuo, già definito, in un certo senso immutabile, anche se poi hai potuto scriverne anche le storie e dare una tua impronta. Sbaglio?

Paolo Bacilieri: Ah, no, anzi sì…mi spiego meglio…trovo interessante il fatto che Zeno faccia una cosa che ha degli aspetti anche frustranti come scrivere Disney, in senso narrativo, come posso trovare interessante raccontare di un sergente dei marines in vietnam senza per questo morire dalla voglia di far la guerra.
Detto questo Napoleone era per fortuna molto più maneggevole, proprio perchè meno classico e consolidato dei personaggi Disney e anche dei suoi colleghi Dylan Dog, Tex, ecc…

andrea queirolo: E’ anche per questo che sei riuscito a collaborare con Bonelli?

Paolo Bacilieri: Credo di sì…

andrea queirolo: Voglio dire, in qualche modo hai infranto le regole ferree della Bonelli, sei l’unico autore che può fare certe cose su un albo del genere. La trovo una cosa importante…

Paolo Bacilieri: Sì Carlo [Ambrosini] ha sempre avuto la massima benevolenza verso le mie manomissioni delle sue storie, ma il mio intento quando faccio Napoleone o Dix non è certo quello di stravolgere nulla, credo anzi di avere nel mio dna della bonellitudine assorbita in tenera età…

andrea queirolo: Si, indubbiamente. Forse è che hai assimilito ed elaborato in modo personale. Comunque come ti sei trovato a di dover scrivere un personaggio non tuo?

Paolo Bacilieri: Bene direi, ho sempre alternato e continuo a farlo, cose mie, personali, con lavori fatti con altri. Con Napoleone è stato facile: l’ambientazione , il suo impermeabile e la sigaretta…la 1100, quell’aria rilassata, tutto assolutamente consono alle mie attitudini. Inoltre ribadisco, sia Carlo che Franco Busatta, che faceva da editor, apprezzavano e stimolavano il mio lavoro. Se c’era qualcosa che non andava naturalmente lo facevano presente, ho ridisegnato qualche vignetta e spesso Carlo ha migliorato i miei dialoghi. Si chiama lavoro di squadra.

andrea queirolo: C’era qualche aspetto che avresti voluto approfondire? Forse la città in cui era ambientata la vicenda, Ginevra?

Paolo Bacilieri: Ginevra a dire il vero l’ho disegnata abbastanza! Piuttosto l’Africa, l’Etiopia, che è un paese di infinite risorse (vedi Pratt ovviamente) e che dopo la prima storia nn ho più avuto occasione di raccontare. Giarabub, bel nome no?

andrea queirolo: Ahah, si indubbiamente!

Paolo Bacilieri: Orde Wingate!

andrea queirolo: Mi manca Napoleone

andrea queirolo: Parlando della tua esperienza su Napoleone, cosa ti ha dato lavorare in quel modo, su quel formato e con una scadenza diversa?

Paolo Bacilieri: Credo sia stata importante, anche perchè è arrivata abbastanza tardi da permettermi un approccio personale e abbastanza presto da essere affrontata con entusiasmo e una certa incoscienza, insomma non ero completamente bollito. Le contingenze (scadenze, formato, esigenze editoriali, ecc…) anzichè abbruttirmi mi hanno stimolato. Ho già detto credo che la considero una palestra formidabile che mi ha aiutato anche nelle cose extra bonelliane.

andrea queirolo: Alla fine per completare un albo quanto tempo ti ci voleva?

Paolo Bacilieri: Non ho mai avuto scadenze brutali, la media era di un’albo all’anno ma mi è capitato di farne anche due. Contrariamente a quanto le mie tavole possono far pensare sono abbastanza veloce. Diciamo che una tavola al giorno è la mia produzione normale.

andrea queirolo: Un ottimo standard direi!
Quindi subito dopo Napoleone ti sei messo a lavorare a Jan Dix?

Paolo Bacilieri: Sì. Carlo ci stava lavorando già da un pò quando ho finito il mio ultimo Napoleone. Quindi niente soluzione di continuità. Passare a Dix ha comportato le difficoltà tipiche del prender le misure a un personaggio inedito, (Napoleone mi veniva in automatico) e con i mattoni delle case di Amsterdam!

andrea queirolo: In più ti sei dovuto confrontare con quadri e pittori! Come è stato, hai avuto bisogno di documentazione?

Paolo Bacilieri: Ho sempre bisogno di documentazione. La prima storia che ho disegnato aveva a che fare con una Wunderkammer e lì ci vado a nozze, semmai il problema sorge con materiale tipo Cezanne. Come rappresentarlo in un fumetto in bianco e nero senza “copia e incolla” ma cercando di farlo onestamente, senza banalizzarlo, in modo vivo…dinamico…? RM Rilke dice che forse il modo migliore di rappresentare un opera di Cezanne è un numero di moltissime infinite cifre. Stupendo ma poco praticabile in un fumetto come Dix

andrea queirolo: In effetti il volume su Cezanne è fra i miei preferiti della serie, proprio perchè dinamico….questa volta, non vorrei sbagliarmi, ma non hai scritto storie su Dix, non c’e’ stato modo?

Paolo Bacilieri: Non ce n’è stato il tempo, se la serie avesse proseguito probabilmente avrei finito per farlo, ma con i se…

Una tavola da “Jan Dix”

andrea queirolo: Purtroppo non ha proseguito come fu per Napoleone…comunque in mezzo ai due personaggi bonelliani è stato pubblicato Canzoni in A4, una sorta di sketchbook, giusto?

Paolo Bacilieri: No, no. Ho fatto di tutto perchè non fosse uno sketchbook…credo che almeno nella parte finale non lo sia proprio.

andrea queirolo: Quindi è stato pensato come un libro? Però raccoglie molti sketchs…

Paolo Bacilieri: Si, del resto non so cosa sia! Ahaha!

andrea queirolo: Ahah, quindi non lo sai neanche te! 🙂

Paolo Bacilieri: Dunque, è andata così: quelle belle persone Cristina e Fausto della galleria MioMao volevano fare una mia mostra. Si pensò a che genere di mostra e i MioMao si misero a spulciare nelle risme (tante risme) di A4 che intasano il mio studio. Roba accumulata nel corso di una decina d’anni venne alla luce e così si decise che la mostra sarebbe stata di A4. Poi venne l’idea delle Canzoni, poi venne l’idea che anzichè un catalogo si poteva fare un libro, e i Kappa furono d’accordo. Molto del materiale lo disegnai l’estate stessa, e molto rimase fuori. Disegni anche belli ma troppo sketchbook. Così, in tempo per l’inaugurazione, uscì il libro…

andrea queirolo: Il libro è interessante perchè da un’idea dell’evoluzione del tuo stile.
Una cosa che ho notato è che fai poco uso dei neri pieni, e mi sembra che negli ultimi tempi il tuo tratto sia sempre più essenziale, anche se poi ci si accorge che la pagina è sempre molto elaborata. A volte sembra che disegni direttamente senza usare le matite preliminari…

Paolo Bacilieri: nel caso di Canzoni in A4 l’uso della matita non era proprio contemplato in effetti. Più in generale la matita la uso eccome anche se non sono metodico come chi riesce a fare storie intere a matita prima e ripassare il tutto poi a china…

andrea queirolo: Ok, parliamo un po di Sweet Salgari che è il progetto su cui stai lavorando ora, da dove nasce l’idea?

Paolo Bacilieri: L’idea ce l’ho tra le scatole da così tanto che non mi ricordo più bene…sono almeno una decina di anni…
andrea queirolo: Ah, quindi è un progetto che hai in mente da tanto! credevo fosse una cosa recente…

Paolo Bacilieri: Si possono fare molti discorsi su Salgari…ho letto biografie, cose inedite, studi, ecc…e ancora non ho finito, ma forse la cosa primaria è quella faccia un pò così…con la paglietta e i baffoni…di solito parto da qui, da un elemento prettamente visivo…

andrea queirolo: Perchè il personaggio è Salgari stesso…

Paolo Bacilieri: Sì, non ci saranno i suoi personaggi ma lui stesso e l’Italia di allora, i posti dove ha vissuto: Verona, Venezia, Genova, Torino…

andrea queirolo: Una sorta di biografia quindi…fin’ora abbiamo visto un capitolo su Pic-Nic, la pubblicazione continuerà li sopra o raccoglierai tutto in volume?

Paolo Bacilieri: Continuando Pic-Nic (spero) continuerà Sweet Salgari su esso. La seconda puntata è già da tempo in mano ai Superamici. Poi verrà raccolto in volume.

Una pagina da “Sweet Salgari”

andrea queirolo: E le storie brevi che appaiono su Animals verranno raccolte?

Paolo Bacilieri: Beh, spero di sì. Non ho ancora programmato la cosa. Le vedo bene in una sorta di Canzoni in A4 bis…

andrea queirolo: Bene, sarebbe un’ottima cosa.
Stai anche lavorando a qualcosaltro o sei concentrato solo su Salgari?

Paolo Bacilieri: In questo momento sto facendo altro. L’adattamento a fumetti di Adios Muchachos, un romanzo di Daniel Chavarria, per l’editore Casterman. L’uscita, se tutto va bene, è prevista per l’anno prossimo.

andrea queirolo: Ah, che bella notizia, speriamo di vederlo anche in Italia ovviamente!

andrea queirolo: Ok, e per finire, quando ti vedremo all’opera su Tex? 🙂

Paolo Bacilieri: Ahahah!

andrea queirolo: Eheh, ok direi che può andare Paolo, grazie tantissimo e a presto!

Paolo Bacilieri: Grazie a te Andrea, ciao!

Tex in una copertina realizzata per XL di Repubblica

3 risposte a “Conversazione con Paolo Bacilieri

  1. Grande Paolino.
    Non lo vedo da secoli…. e chissà se si ricorda ancora di me 🙂

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