Perché andare a vedere la mostra “Guido Crepax. Ritratto di un artista”?

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Per rispondere alla domanda nel titolo di questo post potrei riassumere brevemente la questione in tre punti:

– È la prima personale che approfondisce a 360° l’opera del creatore di quell’icona di Valentina, con circa un centinaio di tavole originali di fumetti oltre che illustrazioni di libri, riviste, copertine di dischi e oggetti, come i giochi da tavolo creati in ambito familiare;

– La mostra si colloca negli ambienti splendidi dell’Appartamento di Riserva al Palazzo Reale di Milano, storici, sontuosi, prestigiosi;

– È gratis.

Sono tre validi motivi. Ma così facendo mi ridurrei banalmente a considerare tre argomenti razionali con una buona dose di pragmatismo. E io fondamentalmente sono una persona romantica. Quindi vi dico che il vero motivo per cui visitare questa mostra è l’amore.

Questa esposizione è stata curata con amore dalla moglie Luisa e dai figli Antonio, Caterina e Giacomo (Archivio Crepax) e visitarla è un’esperienza che restituisce l’amore che Guido Crepax investiva in tutta la sua produzione: la passione, il perfezionismo, la profonda cultura, la curiosità, lo spirito innovatore.

Quindi val la pena di spendere qualche parola in più su questa esposizione ( inaugurata il 20 giugno 2013) oltre che a mostrarvi le foto e raccontarvi il percorso tra le varie stanze – dieci per l’esattezza-  che ho avuto la fortuna di percorrere con la guida di Antonio Crepax.

Guido Crepax Ritratto  di un artista

Conferenza stampa “Guido Crepax. Ritratto di un artista”

Dieci stanze dunque, dieci temi per indagare la proposta creativa, l’immaginario dell’autore: Milano, il rapporto dell’autore con la città; Guido Crepax, lo studio, la famiglia e la vita privata, Valentina e le altre, quelle eroine di carta come Bianca, Anita, Belinda, Giulietta e l’adolescente Francesca; e poi la Moda, il Design, la Letteratura, il Cinema, la Fotografia, la Musica, l’Arte.

Milano è molto presente eppure onirica, trasfigurata, ricercata in particolari scorci, omaggi a punti noti e punti meno noti della città.

Entrando nella stanza dedicata alla vita privata, ci sono delle chicche: ritagli e disegni di Crepax bambino, frammenti conservati in famiglia e scampati “miracolosamente” alla guerra.

Oppure le lettere del carteggio con la divina Louise Brooks, avvenuto quando lei era ormai un’avvenente settantenne.

Quest’installazione invece è stata creata da Caterina Crepax.  Rappresenta Guido nel suo studio, per come era,  come una sorta di “viaggiatore immobile” immerso nelle sue storie:

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Le opere esposte, come dicevamo, sono tutte originali. Quando lavorava Crepax puliva sistematicamente la matita dalle tavole ripassate a china. E’ difficilissimo trovare delle matite “pure”, come questa:

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Questo invece è un cuscino realizzato dalla mamma di Crepax, che si divertiva a riproporre temi d’arte in oggetti squisitamente hand-made, qui alla “Modigliani”:

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Valentina e le altre,  dicevamo. Se il caschetto nero più famoso della nona arte non ha bisogno certo di presentazioni, allora vediamo chi erano le altre: Belinda è protagonista di un paio di storie, ragazza ye-ye della fine degli anni Sessanta. Anita, alle prese con le frustrazioni consumistiche di un’Italia nel boom. Poi c’è Francesca l’ultima nata,  per la prima volta una giovanissima, adolescente, creata per Lupo Alberto Magazine, disegnando e raccontando quell’Italia degli anni Ottanta, con le famiglie devastate da separazioni e divorzi. E poi ci sono i viaggi di Bianca, bellissima, libera, senza freni, nelle sue storie assolutamente oniriche.

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Non era facile bilanciare il peso “visivo” e storico delle stanze in cui è allestita la mostra e valorizzare le tavole. La scelta è caduta sulle cornici che vedete, di cartone ecologico, e dei pannelli coordinati.

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In questo ( e altri spazi durante il percorso di visita, curati da Caterina Crepax) è mostrato l’accurato lavoro di ricerca, la documentazione fedele dell’autore rispetto alla società e al suo presente, come un vero cronista, per la moda, per il design, per lo spirito dei propri tempi.

Negli interni, fanno capolino gli oggetti cult rubati dalle varie epoche: Liberty, Art Noveau, Bauhaus, pezzi mescolati proprio come accadeva nelle case della borghesia milanese, compresa casa Crepax. Le eroine, indossano con disinvoltura i modelli più chic, appena trasposti dalle pagine delle patinate riviste di moda.

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L’incontro con la grande Letteratura, è uno dei temi più interessanti della mostra, presentando delle favolose tavole inedite.

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Per la prima volta  infatti vediamo tutto il lavoro che Crepax  ha fatto a di traduzione a fumetti di grandi romanzi della letteratura e  le tavole con i riferimenti puntuali ai testi.

Come Valentina contestualizzata dentro i mestieri del Diderot (Enciclopedia o Dizionario ragionato delle Scienze, delle Arti e dei Mestieri). 

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E poi ci sono le sorprese inaspettate. Come i giochi da tavolo realizzati per la famiglia e con la famiglia. Originali, epici, curiosi. Citando dal catalogo,  a proposito della creazione di questi oggetti Luisa Crepax scrive:

“Quando non disegnava le sue storie a fumetti, [Guido] progettava campagne pubblicitarie, disegnava manifesti, copertine di dischi o di libri, biancheria per la casa, piastrelle per decorare pareti di bagni o cucine. E per riposarsi, creava bellissimi giochi da tavolo, tra cui una ventina di grandi battaglie del passato: da quella del Lago Ghiacciato, raccontata in un film di Eizenstein, ad Azincourt del 1415, fino a Pavia del 1525; dalle battaglie napoleoniche a quelle riosrgimentali. Per realizzare scenari e soldatini senza commettere errori, si documentava alla Sormani su testi di storia militare: la sera, poi, disegnava su cartoncino centinaia di soldatini, che poi venivano colorati, ritagliati e incollati su piedistalli, sui quali si potevano leggere nome e ruolo di ogni combattente: se erano fanti o arcieri, se sul cavallo sedeva Carlo Capeto o il Duca di Borgogna. Ma il gioco più bello resta quello dell’Orlando Furioso, l’idea del quale ci era venuta da una simpatica consuetudine familiare: spesso la sera, mentre preparavo la cena, Guido si divertiva a leggermi il poema dell’Ariosto che piaceva molto ad entrambi.

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Cinema e fumetto si fondono nella visione di Crepax, nel montaggio delle vignette, vivono e respirano in uno scambio continuo d’ispirazione. Vediamo citazioni dall’Alexander Nevskij di Ejzenstein (1938):

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E poi Julet et Jim di Truffaut ( 1962):

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Citazioni, rivisitazioni e felici intuizioni. Qui Ingmar Bergman in Tautology (1967):

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È compresa anche una parentesi dedicata al film e il telefilm realizzati su Valentina, e alcune scenografie di spettacoli teatrali.

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L’omaggio al Festival del Cinema di Venezia:

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Accostamenti particolari e “preveggenti”: in questa tavola di “L’astronave pirata” del 1968 c’è chi intuisce nella scelta delle particolari armature spaziali quella che sarà qualche anno dopo la scelta di Lucas per il suo Darth Vader di Guerre Stellari  (1977)

E poi  la pubblicità:

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La musica. Tutte le copertine dei dischi realizzate con grandissimi musicisti italiani:

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La musica che entra nelle tavole, canzoni suggerite durante i tempi di lettura, il ritmo:

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Questo violoncello era appartenuto al padre di Crepax, Gilberto, ed è al centro della vicenda nella storia “Pietro Giacomo Rogeri” (1972).

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Nell’ultima stanza vediamo l’Arte.  Le citazioni di pittori e scultori apparsi nelle opere di Crepax, un fil rouge che lega il fumetto alle altre arti figurative. Ecco l’Olympia di Manet:

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Una citazione dello scultore Henry Moore nella storia di Valentina “Sindrome di Moore” (1990):

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E poi la performance di Yves Klein che entra nelle tavole della storia “Marianna” (1968).

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Questi sono solo alcuni appunti di tutto il materiale esposto. Frammenti di mille ispirazioni. Il 15 luglio 2013, gli eredi Crepax, in occasione dell’anniversario degli 80 anni dalla nascita dell’autore, sono stati presenti a Palazzo Reale per festeggiare l’occasione insieme ai visitatori, ma c’è da segnalare che è possibile anche prenotare una visita guidata alla mostra, organizzata da Neiade Immaginare Arte, che contribuisce alla divulgazione di tutto questo racconto artistico e familiare con il suo servizio aggiuntivo. L’esposizione è aperta fino al 15 settembre 2013.

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Per chiudere, la presentazione dell’evento è stata anche l’occasione per annunciare che le  storie di Valentina arriveranno in digitale (su Kindle Store, Amazon)  da “La Curva di Lesmo” poco a poco arriveranno tutte fino a completare tutto il catalogo di cento storie.

Informazioni sulla Pagina Facebook di Valentina Rosselli.

4 risposte a “Perché andare a vedere la mostra “Guido Crepax. Ritratto di un artista”?

  1. Splendido articolo, bellissime foto!
    Non avevo alcun dubbio sull’andare a godermi questa mostra (forse questo stesso week-end), visto che Crepax fa parte di quegli autori che amo e amerò sempre, ma leggere e guardare il tuo articolo mi ha messo una vera e propria urgenza di andare alla mostra!
    Grazie davvero 🙂
    Orlando

  2. Daniela Odri Mazza

    Grazie Orlando, è bello sentir parlare di un’urgenza “di fumetto” così! Buona visione 😀

  3. Perché andare a vedere la mostra “Guido Crepax. Ritratto di un artista”?
    Quarto punto: perché se lo dice Daniela Odri Mazza significa che possiamo fidarci! 😉 Grazie per la segnalazione… peccato però per la distanza 😦 Dio! Perché devo vivere ai confini dell’Impero e senza teletrasporto per giunta!!!

  4. Daniela Odri Mazza

    Giovanni sei troppo buono. E poi qui parliamo di un Maestro! In ogni caso è vero che nell’allestimento di quest’esposizione ho trovato un vero “plus” affettivo, che fa sempre piacere, e arriva anche a chi esperto di fumetto non è, ma potrebbe diventare, innamorandosene. Chissà dopo il 15 settembre questa mostra la porteranno altrove! 😀