I ritorni di Pezzin

di Andrea Tosti

da FumettieStorie.com

Più di un fatto ha coinvolto il nome di Giorgio Pezzin nel corso degli ultimi mesi. Innanzitutto, il numero 2944 di Topolino, ha segnato il ritorno di uno dei più interessanti sceneggiatori che abbiano mai lavorato sulla testata, contribuendo in maniera decisiva al suo successo e alla definizione di quello che è il fumetto disneyano (e non solo) in Italia oggi. La storia in questione, Paperino e il disperso ritrovato – per i disegni di Lucio Leoni –  è una minimale e delicata riflessione sull’abuso nell’utilizzo delle nuove tecnologie e, al tempo stesso, sull’entusiasmo per le loro potenzialità (uno dei temi più cari a Pezzin) oltre a presentare, sottotraccia, come si può dedurre già dal titolo, una metafora nostalgica della storia dello stesso autore, lontano dalla testata da ormai sette anni.

Qualche tempo fa, inoltre, ha cominciato a circolare sulla rete questa tavola:

Molti blog e giornali online, con la solita miopia che contraddistingue la stampa nazionale quando affronta questioni relative al fumetto, ha subito creduto di vedere in queste poche vignette  (di cui quasi nessuno si è preoccupato di controllare l’origine) una profetizzazione dell’attuale governo in carica. Fra gli altri Repubblica e, caso strano, Libero. Al grido di “ci rivolgiamo ai tecnici” e di “Topolino aveva previsto tutto”, la stampa, o la maggiorparte di essa, si è lanciata sulla notizia senza il minimo scrupolo professionale, trattando il fumetto come di solito fa, cioè inserendolo nelle categoria informativa che va comunemente sotto il nome di “la colonna destra delle cazzate di repubblica.it”.

Peccato che la tavola, proveniente dalla storia Paperinik e le tasse rapinatorie, disegnata da Corrado Mastantuono si riferisse sì ad un governo tecnico, ma a quello Ciampi, entrato in carica nel 1993 (come lo stesso Pezzini ha spiegato QUI. La cosa però è stata ampiamente dibattuta e la citiamo per due motivi. Il primo è la (forse perduta) capacità delle storie disney italiane di raccontare la nostra attualità; il secondo è che la sceneggiatura di Paperinik e le tasse rapinatorie è del sopracitato Giorgio Pezzin, assolutamente non nuovo ad operazioni di questo genere, come vedremo successivamente.

Molto del lavoro (non disneyano) di questo autore è ora disponibile, in formato Ipad, sul sito di e-commerce www.comicsbay.com , gestito ed ideato da Pezzin stesso e dove, oltre alla parte commerciale, è possibile trovare alcune stimolanti riflessioni sul fumetto digitale. L’autore, fra l’altro, è stato uno dei primi in Italia ad intuire le possibilità della rete come veicolo privilegiato, commerciale ed informativo, per il fumetto.. Chi è, però, Giorgio Pezzin?

Chi volesse farsi un’idea dell’importanza di Giorgio Pezzin nell’ambito del fumetto italiano può, per iniziare, dare un’occhiata Qui, L’elenco delle storie scritte dallo storico sceneggiatore sessantaduenne  ne testimonia il lavoro monumentale e trasversale che, se per gran parte è stato svolto in ambito disneyano, è riuscito comunque a spaziare sulle pagine di molti altre testate [1] fino all’approdo pioneristico all’auto pubblicazione in forma digitale  sul sito fumettiestorie, recentemente ripresentato sotto una nuova veste.

Pezzin pubblica la sua prima storia per TL,  Paperino e le distruzioni a catena, nel 1970,  ma è solo a partire dal 1974 che, grazie anche alla collaborazione con il disegnatore Giorgio Cavazzano, di soli due anni più grande di lui, il suo lavoro acquisisce quella riconoscibilità per cui sarà ricordato. Infatti è a partire da storie come Paperino e l’eroico smemorato o Paperino e la visita distruttiva, entrambe su testi di Pezzin, che  Cavazzano comincia a distaccarsi dal modello di Romano Scarpa, del quale per anni era stato l’inchiostratore, per portare nel fumetto disneyano importanti novità stilistiche mutuate dal fumetto francese e statunitense, come le esasperate inquadrature grandangolari, fino all’estrema deformazione del fish-eye, la costruzione sghemba delle inquadrature, con ardite prospettive e viste “dal basso” e soprattutto un uso magistrale del tratteggio che lo renderà famoso e spesso fin troppo imitato, non solo in ambito disneyano. Allo stesso tempo Pezzin, dal lato della scrittura, acquisisce in maniera straordinariamente rapida una propria riconoscibilissima personalità che se, da un lato, presenta ancora degli importanti debiti nei confronti dei “maestri” più o meno lontani nel tempo (soprattutto Cimino e Barks), dall’altro si afferma prepotentemente come capace di offrire qualcosa  di radicalmente innovativo sulle pagine della testata, sempre però nel senso di una continuità doverosa. Se, infatti, le avventure scritte da Pezzin (che nel primo periodo della sua attività disneyana raggiunge i risultati più alti lavorando sulla famiglia dei paperi e, soprattutto, su Zio Paperone, personaggio con il quale svilupperà un’affinità particolare) sembrano avere molti punti in comune sia con le tematiche che con le strutture ciminiane (avventure esotiche, messaggio ecologista, sbeffeggiatura del linguaggio aulico ecc.), mostrano però un loro preciso carattere tecnologico e metropolitano che, contemporaneamente, ritagliano all’autore un riflettore di visibilità e che, inoltre, si prestano perfettamente alla nuova maturità artistica raggiunta da Cavazzano. I due diventano quindi i due migliori interpreti del passaggio storico dalla città alla metropoli industriale.

Il tratto di Cavazzano si fa, appunto, techno,  come splendidamente è sinteticamente è stato definito da Francesco Stajano [2], grazie anche all’apporto ai testi di Pezzin che, da ex ingegnere, crea per le sue storie un mondo tecnologicamente plausibile e spesso coerentemente futuribile, almeno nelle premesse. L’esotismo immaginifico e, in un certo qual modo, ‘terzomondista’, di Cimino (di cui abbiamo accennato QUI) si sposta nell’ambito, non meno fantastico, dei grandi agglomerati metropolitani, all’interno di una narrazione che diventa scientificamente e tecnologicamente molto accurata, sia dal punto di vista grafico (gli aerei da guerra di Paperino e l’eroico smemorato) che narrativo (Zio Paperone e la rivoluzione elettronica, per i disegni di Massimo De Vita). Il mondo di Topolino & Co., insomma, diventa più realistico e maggiormente legato alla contemporaneità, in special modo italiana. Se, infatti, riferimenti alla specificità italiana non erano mai mancati dall’affermarsi di una scuola disney nazionale [3], erano però rimasti legati, nella maggior parte dei casi, a dettagli marginali, legati soprattutto all’utilizzo di espressioni regionali (il romano, il milanese ecc.) o all’utilizzo  di particolari scenografici che rimandavano agli scenari delle nostre periferie urbane di quegli anni. Attraverso il lavoro di Pezzin, invece, la realtà italiana entra prepotentemente all’interno delle storie Disney. Inoltre, sempre attraverso il lavoro dell’autore veneziano, anche la tematica ecologista, pur già presente sulle pagine della rivista [4] comincia ad acquisire quel ruolo centrale che, nel bene e nel male, con il suo carattere di neutralità, caratterizzerà non solo le pubblicazioni Disney ma la quasi totalità di quelle dedicate all’infanzia o alla prima adolescenza. [5] E’ utile, a questo punto, schematizzare il lavoro di quello che potremo definire il primo periodo del lavoro di Giorgio Pezzin sui personaggi Disney.

Paperino e l’eroico smemorato

Storie a tema ecologico/ ambientalista

  • Zio Paperone e la guerra del legno
  • Zio Paperone e la raffineria galleggiante
  • Zio Paperone e le piogge acide
  • Zio Paperone e la nuova neve
  • Zio Paperone e le ecovacanze
  • Paperinik e la città sporcacciona
  • Zio Paperone e i batteri mangiapetrolio

Storie sull’iper-sfruttamento agricolo

  • Zio Paperone e il ricatto meteorologico
  • Paperino e la bistecca spray
  • Zio Paperone e il “Concimax 2000”
  • Zio Paperone e la rivolta alimentare
  • Zio Paperone e la colonizzazione del deserto
  • Zio Paperone e la terra di luna

Storie sul turismo di massa

  • Zio Paperone e il paesaggio variabile
  • Zio Paperone e la montagna-pallone
  • Zio Paperone e la sfida turistica
  • Topolino e la camper mania
  • Paperino e Paperoga animatori turistici
  • Zio Paperone e il Cervino americano
  • Zio Paperone e le ecovacanze

Storie  relative all’iperaffollamento

  • Zio Paperone e le case gonfiabili
  • Zio Paperone e la città condominio

Storie sull’attualità italiana (o su manie nazionali)

  • Zio Paperone e la deriva dei monumenti
  • Zio Paperone e il ponte di Messina (che qualcuno ha caricato integralmente QUI)
  • Zio Paperone e la rinascita di Pompei
  • Zio Paperone e il Cervino americano
  • Paperino portaborse
  • Paperinik e il tifoso criminoso
  • Paperinik e la lotta “dietetica”
  • Paperino portaborse

Storie in cui la descrizione di processi scientifici, reali o verosimili, ha un peso predominante

  • Zio Paperone e l’isola tira e molla
  • Zio Paperone e il ponte di Messina
  • Zio Paperone e la rivoluzione elettronica
  • Zio Paperone e la febbre della plastica
  • Zio Paperone e la colonizzazione del deserto
  • Zio Paperone e la terra di luna
  • Zio Paperone e i rifiuti liofilizzati
  • Zio Paperone e lo specchio solare
  • Zio Paperone e la raffineria galleggiante
  • Zio Paperone e gli icebergs volanti
  • Zio Paperone e l’allarme nucleare
  • Zio Paperone e le colonie spaziali
  • Zio Paperone e i trasporti sottomarini
  • Zio Paperone il recupero del Paperic
  • Zio Paperone e l’allarme nucleare
  • Zio Paperone e i batteri mangiapetrolio

Storie ecologiste a base fantascientifica

  • Zio Paperone e la nuova glaciazione
  • Zio Paperone e il tuffo nel black-hole
  • Zio Paperone e i rifiuti liofilizzati
  • Zio Paperone e lo specchio solare
  • Zio Paperone e gli icebergs volanti
  • Zio Paperone e le colonie spaziali
  • Zio Paperone e le fabbriche orbitali

Naturalmente questa classificazione non pretende di poter essere esaustiva, né per il numero limitato delle storie prese in analisi né per la schematizzazione fin troppo estrema delle categorie in cui sono state inserite [6], ma forse può riuscire a dare un’idea, per quanto parziale, del carattere delle storie di Pezzin e, soprattutto, di come si faccia strada, fra le pagine da lui sceneggiate, un dialogo costante e non banale con l’attualità, dialogo in cui un sincero spirito divulgativo (in storie come Zio Paperone e il ponte di Messina  e altre) riesce perfettamente a fondersi con il divertimento bislacco e surreale che ha da sempre caratterizzato la produzione Disney italiana. Inoltre, queste sono storie che riescono ad offrire una morale, un punto di vista (spesso non univoco ma anzi complesso e strutturato su più livelli), senza però scadere nella pedanteria. La critica alla nascente società tecnologica ed informatica (descritta con notevole precisione, visti i tempi, e con qualche guizzo precognitivo) non è tout court,  non parte, cioè, da un rifiuto aprioristico, ma si scaglia solo contro l’abuso. Offrire il pro e contro di ogni situazione o scelta, lasciando libertà interpretativa ai lettori, è uno dei caratteri più interessanti della produzione di Pezzin. Inoltre, l’autore veneziano, non si lascia sfuggire la possibilità di raccontare anche storie davvero anomale, non solo se confrontate con la linea disneyana (spesso conservatrice) come Paperino Portaborse in cui con lievità, smorzata però dai disegni di Guido Scala, particolarmente efficaci nel rappresentare le labirintiche pastoie della burocrazia italiana, ai giovani lettori del tempo viene raccontata la nostra “prima Repubblica”, con tanto di nomi e cognomi di riconoscibilissimi politici nostrani come Spadolini, De Michelis e Andreotti [7].

Il secondo periodo dell’attività di Pezzin, che potremmo far partire dall’inizio degli anni ’90, si allontana dall’attualità (probabilmente per precise scelte editoriali della testa, passata nel frattempo dalla Mondadori alla Disney Italia) per ricollegarsi alla tradizione classica de Le Grandi Parodie, interpretandola spesso in chiave fantasy o fantascientifica (Paperino e il signore del Padello e Topolino e i signori della galassia, parodie rispettivamente de Il signore degli anelli e di Guerre stellari). [8] Contemporaneamente, l’universo di riferimento di Pezzin cambia, spostandosi da quello dei paperi a quello dei topi, attraverso saghe storiche di ampio respiro come la nota C’era una volta in America, spesso ottenendo ottimi risultati, come negli ultimi, crepuscolari episodi della serie appena citata. Il suo disegnatore di riferimento di questo secondo periodo è l’ottimo Massimo De Vita, con il quale realizza, fra le altre cose, anche la serie di fanta-archeologia de Le Top Stories. L’ultima storia realizzata da Pezzin per TL, prima del suo recente ritorno, è L’impresa di Fra’ Pippoldo della serie La storia vista da Topolino, (serie disegnata da due dei migliori talenti attualmente in forza sulla testata, Paolo Mottura e Marco Palazzi), commovente e documentato omaggio all’invenzione della stampa, alla potenza della libertà intellettuale e alla superiorità di questa sulla forza delle armi.

Il secondo periodo di Pezzin potrebbe risultare meno audace e più classico ma storie, appunto, come quelle di Fra’ Pippoldo dimostrano non solo che negli anni Pezzin è diventato uno scrittore di mestiere consolidato ma anche che la sua professionalità gli permette ormai di spaziare agilmente fra molti generi, abilità questa che gli ha consentito, negli anni di lontananza da TL, di collaborare proficuamente e con ottimi risultati con molti altri editori. Resta però il fatto che il cambiamento o l’evoluzione del suo stile, realizzatosi attraverso l’ammorbidirsi dei suoi tratti più eccentrici e peculiari,[9] senza però mai arrivare all’estremo limite della spersonalizzazione, va fatto rientrare nel mutare della linea editoriale della testata che, se da un lato si è internazionalizzata, epurando praticamente ogni riferimento alla realtà nazionale (se non con episodici ricorsi a comparsate di vip dello spettacolo e calciatori, nelle loro versioni fumettizzate) dall’altro ha mutato completamente il rapporto con la contemporaneità, riducendolo ad un superficiale scimmiottamento delle mode e delle tendenze più in voga, atteggiamento dovuto principalmente alla concorrenza sempre più pressante ed invasiva della televisione prima e dei nuovi media poi.

Va detto, però, che la gestione De Poli si sta muovendo in direzioni che sembrano non voler riconfermare questo atteggiamento che, considerando il calo di vendita e la riduzione del numero di testate legate alla Disney Italia, almeno commercialmente non sembra aver pagato. Analizzare qui le novità legate alla gestione dell’ultimo direttore, almeno in ordine cronologico, della testata, sarebbe fin troppo complesso. Va detto però che sotto la De Poli si è notata la volontà di recuperare alcuni autori, ormai classici, che in passato non poco avevano contribuito al successo della testata e che da anni se ne erano ormai allontanati (un nome fra tutti quello di Francesco Artibani). Pezzin è solo l’ultimo di questi, anche se la sua bella e a tratti autobiografica storia di ritorno, pare non rappresenterà l’inizio di una nuova colloborazione. E questo è, evidentemente,  un peccato. [10]

[1]  Ricordiamo solo, a titolo di esempio, Capitan Rogers,  creato insieme al suo collaboratore Giorgio Cavazzano per le pagine de Il giornalino. I primi dieci episodi della serie sono attualmente disponibili, in versione per IPad sul sito http://www.comicsbay.com, creato e gestito dallo stesso Pezzin.

[2] ttp://www.cl.cam.ac.uk/~fms27/disney/2009-stajano-pezzin-saggio.pdf

[3] Tosti Andrea, Topolino e il fumetto Disney Italiano, pp. 29-78, Latina, Tunué, 2011.

[4] Presente ma non in forma moderna, bensì attraverso due derive in larga parte anacronistiche: una post colonialista e l’altra legata al mito del buon selvaggio.

[5] Per approfondire l’argomento: Lazzarato Francesca, Giornalini Giornaletti. Contenuti e modelli nei periodici per l’infanzia. Roma, Nuove Edizioni Romane, 1990.

[6] Non mancano infatti storie più classiche, ma ugualmente efficaci, sceneggiate da Pezzin come alcune legate al ciclo de La macchina del tempo  o commedie pure come Paperinik e l’implacabile Scassonio Strarompi o, ancora, inquietanti (anche grazie ai disegni di un ottimo Sergio Asteriti) trame gialle come in Topolino e il rimbambinatore folle. Pezzin, inoltre, inventa personaggi, largamente riutilizzati successivamente e ancora nel cuore di molti lettori disneyani, come l’antagonista di Paperinik, Inquinator.

[7] Sul rapporto di continuità fra il lavoro di Pezzin e quello di Guido Martina, in relazione alla contemporaneità italiana, si veda ancora  Tosti Andrea, Topolino e il fumetto Disney Italiano, cap II.4, Latina, Tunué, 2011.

[8] Ma anche la meno riuscita Topolino e le cronache della frontiera,  dalla lunga e complicata gestazione.

[9] Del resto anche il passaggio, come disegnatore di riferimento, da Cavazzano verso l’ottimo ma più classico De Vita è sintomatico. Lo stesso Cavazzano, inoltre, pur rimanendo il professionista disneyano di riferimento di più di una generazione, ha ammorbidito i tratti del proprio lavoro, approdando ad una linea maggiormente morbida e più ‘cartoonesca’.

[10] Rattrista un po’ vedere che sulla pagina del sito web di Topolino dedicata alla storia di Pezzin Paperino e il disperso ritrovato (QUI) non sia disponibile una biografia dello sceneggiatore, che pure tanto ha contribuito, negli anni e decenni passati, al successo della testata. Infatti, in tempi recenti sia il settimanale Topolino che il sito topolino.it, hanno dimostrato una inedita attenzione verso il ruolo degli autori pubblicando, in occasione di storie particolarmente importanti, apposite schede redazionali loro dedicate e, sul portale, una pagina appositamente dedicata alle biografie (QUI). Non solo, come detto, manca quella di Pezzin ma il suo ritorno sulla testata, se pur occasionale, avrebbe meritato almeno qualche riga di introduzione.

4 risposte a “I ritorni di Pezzin

  1. Grazie ad Andrea per il bell’articolo su di me. Fa sempre molto piacere incontrare dei lettori soddisfatti dal proprio lavoro. Complimenti e auguri per il tuo e grazie ancora per le belle parole.
    Giorgio Pezzin

  2. Grazie a te per le tante tue belle storie e per il tuo nuovo lavoro sul fumetto digitale. Andrea

  3. Grazie per questo fantastico articolo, l’ho trovato interessantissimo!

  4. Pingback: Il Piccolo Pierre – Storie disordinate. Appunti sul fumetto umoristico per i più piccoli in Italia | Conversazioni sul Fumetto